“Mollo tutto e vado a vivere in barca a vela”: per molti un sogno, che quasi sempre rimane chiuso in un cassetto, per altri invece un desiderio fortissimo che si trasforma in un obiettivo da raggiungere e poi in realtà. È il caso della famiglia Barberis, che da 6 mesi ha mollato gli ormeggi: mamma Sara e papà Stefano, con i tre figli e il cane, hanno venduto casa a Milano e hanno intrapreso il loro viaggio in barca a vela. Una traversata che è iniziata a ottobre 2020 (ma l’idea era in cantiere da qualche anno) per “testare una vita differente”, racconta Sara a 9colonne. Nessuna fuga ma solo curiosità e tanto coraggio. La destinazione finale? “Non ce l’abbiamo, vediamo quello che succede”. Per ora il viaggio è di sola andata, il rientro non è previsto e il programma si adatta di volta in volta a esigenze, difficoltà e imprevisti. “Abbiamo affrontato la navigazione invernale, ci sono stati dei rallentamenti a causa delle burrasche e poi il Covid ci ha bloccati a Formentera”, ci spiega Sara. Fermi sull’isola delle Baleari, la famiglia Barberis non ha perso tempo: “Abbiamo iscritto nostro figlio più piccolo all’asilo e ne stiamo approfittando per fare dei lavori alla barca”. A maggio - salvo restrizioni dell’ultima ora - riusciranno a muoversi di nuovo e la tabella di marcia prevede di passare l’estate alle Canarie per poi iniziare la traversata atlantica e dirigersi verso i Caraibi. Se pensate che sia un sogno inavvicinabile ai più, la famiglia Barberis è pronta a smentirvi: “Volevamo dimostrare che non è una questione di soldi e stiamo lottando per farlo”.
Sulla terra ferma Stefano era un tecnologo dell’Istituto nazionale di fisica nucleare e Sara una libera professionista nel campo del design e della moda: nell’epoca dello smart working anche loro sono alla ricerca di un lavoro, rigorosamente da remoto, per continuare a sostenersi. Per i ripensamenti non c’è tempo (“E’ il nostro sogno da molti anni”) anche se la vita a bordo non è sempre facile: “Non è come andare in vacanza, gli ambienti sono stretti e abbiamo alle spalle un inverno rigido. Ci abbiamo messo un po’ ad adattarci”, ci confida Sara. L’equipaggio è composto anche da Iago, di 12 anni, Nina, di 9 e Timo di 3. “Sono sempre stati partecipi ed entusiasti. La mattina facciamo scuola insieme e hanno rapporti con i bambini quando scendono a terra. Non sono isolati dal resto del mondo”, ci tiene a sottolineare Sara. La barca è diventata poi un “laboratorio galleggiante” di sostenibilità e con il patrocinio dell’INFN “facciamo un monitoraggio energetico delle risorse a nostra disposizione e portiamo la nostra esperienza nelle scuole, puntando sulla sensibilizzazione ambientale e facendo dialogare i nostri figli con i loro coetanei”. Non è stato trascurato nemmeno l’aspetto social, con un diario di bordo 4.0 che “fa sognare” molti follower. “Ci sono tante persone che ci seguono, ci vogliono bene e che ci hanno dato una mano, per esempio prestandoci la macchina per muoverci a Formentera”, prosegue Sara raccontando anche qualche esperienza negativa con gli odiatori del web. La famiglia Barberis continua il suo viaggio con la bussola puntata sulla Polinesia: “Sarebbe un’esperienza fantastica che vorremmo regalare ai nostri figli”, conclude Sara. (sip - 13 apr)
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