
La regina dello sci alpino italiano. Non c’è un modo migliore per definire Deborah Compagnoni, la sciatrice italiana più vincente nella storia e la prima atleta al mondo ad aver vinto tre medaglie d’oro in tre diverse edizioni dei Giochi Olimpici invernali. Neanche i gravi infortuni subiti in carriera sono riusciti a fermare la sua parabola, costellata da 16 ori iridati e tre olimpici, oltre alla vittoria di una Coppa del mondo in Gigante.
Nata a Bormio nel 1970, ha debuttato a livello internazionale a 16 anni, nei Mondiali juniores di Bad Kleinkirchheim, con un terzo posto nella libera. L’anno successivo, il primo piazzamento in CdM a Sestriere (quinto posto). Nel 1988, quando sembrava lanciatissima per il primo trofeo, la rottura del crociato e un blocco intestinale che le fecero rischiare la vita. Senza mai mollare, l’anno seguente tornò in pista e ai campionati italiani non lasciò spazio a nessuno: oro in tutte le quattro specialità in programma (libera, gigante, supergigante e speciale).
Il primo podio in CdM nel 1991 (secondo posto), l’anno successivo il primo successo in supergigante e la prima Olimpiade invernale, ad Albertvlle, dove prima vinse l’oro nel supergigante e poi si ruppe nuovamente i legamenti del ginocchio. Ancora uno stop ma ancora una ripartenza: nel 1993 debuttò ai Mondiali (quinta in supergigante). Nel 1994, seconda esperienza nei Giochi invernali, a Lillehammer, dove vinse il suo secondo oro olimpico, ancora nel supergigante. Nel 1996 e nel 1997, due titoli mondiali in gigante, a Sierra Nevada e Sestriere. Un doppietta - l'affermazione in due edizioni consecutive - riuscita a pochissimi atleti, anche nelle competizioni maschili. Sempre nel 1997, vinse la Coppa di cristallo in slalom gigante: per la prima volta una sciatrice italiana vinse una Coppa di specialità.
A Nagano, nel 1998, ultima esperienza olimpica e ancora l’oro nello slalom gigante, oltre all’argento nello speciale. In quella stagione furono quattro i primi posti in slalom gigante. L’ultimo podio di CdM l’11 dicembre di quell’anno, a Val d’Isére. L’anno successivo, a Vail-Beaver Creek, l’ultima partecipazione a un Mondiale. Al termine della stagione si ritirò, con un palmares incredibile che sarà difficile da eguagliare. (red - 14 feb)
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