di Paolo Pagliaro
Il 6% dei posti in terapia intensiva è occupato da pazienti Covid. Un anno fa era il 28%. Il dato diffuso oggi da Agenas è dunque una buona notizia, che resta tale anche se la scorsa settimana i contagi sono aumentati del 13%. Significa infatti che i vaccini hanno fatto il loro lavoro che non è quello di impedire il contagio ma è quello di ridurne gli effetti.
Oggi sono tornati in zona bianca Abruzzo, Piemonte e Trentino. Una piccola emergenza si registra a Roma, Trieste e negli altri luoghi in cui arrivano le persone in fuga dall’Ucraina. Ci si sta organizzando per garantire anche a loro tamponi e vaccini. Ma non è semplice perché tra gli ucraini solo un terzo ha aderito alla campagna vaccinale.
Alla vigilia dell’8 Marzo, ci parla di Covid anche un dossier sulle politiche di genere messo a punto dall’Servizio studi della Camera. Il rapporto ci ricorda che su 100 contagi professionali da coronavirus, 70 hanno colpito le donne. In settori come la sanità e l’assistenza sociale la sproporzione è ancora più marcata. Forti differenze di genere si riscontrano un po’ in tutte le politiche sanitarie, compreso il dosaggio e il consumo dei farmaci. Le grandi agenzie regolatorie, tra cui l’Ema, ora non autorizzano più la vendita di farmaci non supportati da studi clinici che includano sostanziali percentuali di donne. E questo vale anche per i vaccini. Nel dossier della Camera si ricorda anche che la Commissione europea ha deciso di investire 625 milioni in un Piano operativo per la sanità del Mezzogiorno: serviranno alla medicina di genere, ed in particolare all’istituzioni di nuovi Consultori familiari e agli screening oncologici.