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direttore Paolo Pagliaro

L’arte fa i conti
con l’apocalisse

L’arte fa i conti <br>con l’apocalisse

di Paolo Pagliaro

Alcuni non hanno dovuto attendere che i tank di Mosca varcassero il confine. L’artista cinese Ai Weiwei aveva suonato l’allarme già nel 2020 con la sua installazione per l’Imperial War Museum di Londra, un’enciclopedica collezione di riproduzioni in 3D di bombe e missili, Ma prima ancora erano venuti i Quaderni Ucraini e i Quaderni Russi dell’italiano Igort, pluripremiato autore di graphic novel. Entrambi si sono così ritagliati un posto nella cartografia dell’arte politica del XXI secolo assemblata da Vincenzo Trione e pubblicata da Einaudi con il titolo “Artivismo”.
Gli artisti che con le loro opere si impegnano in politica, che fanno dell’attivismo parte della loro pratica, sono i protagonisti del libro e sono anche la risposta ai riti della cultura dell’effimero, che secondo la citazione proposta da Trione è quella “partita giocata dai ricchi e dagli ignoranti per accrescere il proprio potere e il proprio prestigio” e che consiste nell’esaltare la centralità del mercato, l’intrattenimento visivo, il culto di tutto ciò che è nuovo.
La maggior parte degli artisti impegnati si richiama alla tradizione “politica” dell’arte occidentale. E dovendo indicare un archetipo, Trione suggerisce la trecentesca Allegoria del Buono e del Cattivo Governo di Ambrogio Lorenzetti, nella Sala dei Nove del Palazzo Pubblico di Siena. Quanto ai giorni nostri, un posto nella storia dell’arte politica lo meritano senza dubbio le immagini fotografiche che meglio di tante analisi economiche, sociologiche e geopolitiche riescono a descrivere le ferite dell’umanità. E che sul televisore o sullo smartphone ci informano in tempo reale sulle fattezze dell’apocalisse che si annuncia, se nessuno la ferma.

(© 9Colonne - citare la fonte)