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direttore Paolo Pagliaro

Contro la cultura
dell’uomo forte

di Paolo Pagliaro

Gran parte del mondo è governata da uomini forti. Li accomuna la retorica, l’insofferenza per le regole, l’indifferenza per i conflitti d’interesse, l’intolleranza per i media e per la giustizia. Si chiamano Putin e Xi Jinping, Bolsonaro e Mohammad bin Salman, Erdogan, Orban, Trump, Modì. Al Sisi Il capo commentatore degli affari esteri del Financial Times Gideon Rachman, , ha disegnato il loro identikit in un libro che si intitola “Strongmen”. E il professor Rony Hamaui ne parla sulla voce.info per dire che se il mondo vuole salvarsi deve sconfiggere l’uomo forte ricreando un’alleanza degli uomini ragionevoli e democratici.
Tra le iniziative che vanno in questa direzione ci sono quelle in programma nel fine settimana a Catania e Firenze. A Catania, organizzato dalla Scuola Superiore dell’Università e dal Mulino, si tiene il Festival delle Istituzioni, che sarebbero poi quegli organismi che, quando funzionano, si rivelano l’antidoto più efficace al virus dell’uomo forte. La tre giorni catanese prevede che accademici e studiosi – come Roberto Esposito, Carlo Galli, Gianfranco Pacchioni – se ne occupino discutendo con gli studenti .
A Firenze, sempre domani si apre invece il Wired Next Fest, uno dei più attesi appuntamenti dedicati all’immovazione. Quest’anno il tema sarà “Tecnologia e democrazia”. L’ospite d’onore, atteso sabato, è Patrik Zaki, il giovane attivista egiziano, studente all’Università di Bologna, che dopo aver trascorso due anni in prigione rischia di tornarci perché così potrebbe decidere l’uomo forte che governa il suo paese.

(© 9Colonne - citare la fonte)