di Paolo Pagliaro
Nei primi tre mesi di guerra più di 6 milioni e mezzo di persone hanno lasciato l’Ucraina. Tutte via terra e quindi tuttte dirette, almeno inizialmente, verso i 7 paesi confinanti. La Polonia ne ha accolte la metà, quasi un milione di ucraini ha varcato il confine con la Russia. 400 mila hanno scelto come destinazione finale la Germania, 120 mila sono arrivati in Italia. Se le armi tacciono, molti decidono di rientrare. L’Agenzia per i rifugiati stima che al 22 maggio circa 2 miloni di persone, fuggite in particolare da Leopoli e Kiev, siano tornate a casa.
L’anno scorso, l’impatto dell’immigrazione sui paesi dell’Unione europea ha avuto dimensioni pù modeste ma certo non irrilevanti: le richieste d’asilo sono state complessivamentr 535 mila. Il 25% dei rifugiati proveniva da paesi dell’Africa sub-sahariana, gli altri erano siriani, afghani e iraqeni. Anche l’anno scorso ha aperto le porte soprattutto la Germania, dfestinataria di un quarto delle richieste di protezione internazionale. Con il suo 8%, nella classifica dell’accoglienza l’Italia è al quarto posto dopo Francia e Spagna.
In un prezioso dossier sulla trageda dei rifugiati, Openpolis dimostra come non abbia alcun fondamento il teorema secondo cui gli ucraini sarebbe profughi veri, mentre gli altri sarebbe profughi finti.
Sono 12 i paesi africani dove in un anno si è superata la soglia dei mille morti per scontri armati. Da gennaio, sono state 660 le vittime dei naufragi nel Mediterraneo. 296 sopravvissuti sono ancora a bordo della Ocean Viking, la nave che li ha salvati e cha da cinque giorni vaga alla ricerca di un porto che la accolga.