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GELMINI: CON CALENDA
SIAMO IN SINTONIA

Per il centrodestra “è stato il triste epilogo di una deriva iniziata molti mesi prima. Scegliendo di lasciare le impronte digitali sull'affossamento del governo Draghi si sono presi una responsabilità enorme e hanno messo a serio rischio il Paese, che nel frattempo si stava riprendendo dopo la tragedia del Covid. Le elezioni ci sarebbero comunque state di qui a poco, ma è prevalso il calcolo elettorale: non avrei mai immaginato un finale del genere” ed “io sono rimasta dov'ero. Forza Italia si è invece omologata alla destra-destra e ha buttato a mare un premier europeista, atlantista e certamente non di sinistra”. Così Mariastella Gelmini in una intervista al Messaggero in cui commenta anche l’addio degli altri azzurri, tra cui Mara Carfagna: “Nove in questi ultimi giorni, ma dall'inizio della legislatura Forza Italia ha perso oltre quaranta parlamentari. Senza che sia mai stata fatta un'autocritica su questi abbandoni e sui risultati elettorali conseguiti dal partito. È la logica del ‘meno siamo, meglio stiamo’. Con Mara, che è una donna ‘tosta’, e con gli altri colleghi, spero davvero che si possa fare ancora un pezzo di strada assieme”. E replica a chi l’accusa in Forza Italia di aver trattato già da tre mesi l'uscita dal partito per entrare in Azione di Carlo Calenda: “E’ falso. Ma in Forza Italia oramai si ricorre all'insulto anziché rispondere sulle questioni politiche. Se volevo un seggio sicuro, me ne sarei rimasta dove stavo. La verità è che la classe dirigente attuale del partito aveva due missioni: completare l'osmosi con la Lega ed estromettere chiunque difendesse la storia, l'autonomia e i valori di Forza Italia. Quanto a me, ho letto l'appello di Calenda e mi è sembrato la declinazione più seria dell'agenda Draghi. Sì alle infrastrutture e agli investimenti, industria 4.0, più soldi in busta paga ai lavoratori, drastica revisione del reddito di cittadinanza e taglio di Irap e Irpef. Dobbiamo dare una prospettiva di serietà e concretezza all'azione politica. Calenda parla chiaro e si rivolge ai ceti produttivi, alle imprese, al popolo delle partite Iva e ai bonus e al reddito di cittadinanza preferisce il lavoro. Sono le battaglie che ho sempre fatto”. Inoltre aggiunge: “Posti di fronte alla scelta, senza nulla togliere a Giorgia Meloni, credo che gli italiani non avrebbero dubbi. E certamente non ne ho io. Draghi però non si può tirare per la giacca. Ciò non toglie che molti elettori vorrebbero che portasse avanti il lavoro iniziato. Erano decenni che in Italia non veniva avviato un progetto riformista così ambizioso”. (28 lug - red)

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