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direttore Paolo Pagliaro

In Trentino la 'Rinascita della Foresta Danzante'

Mostre
Le grandi mostre in programma in Italia e quelle che hanno l'Italia, attraverso i suoi grandi artisti, come protagonista nel mondo. Lo "Speciale mostre" è un viaggio tra capolavori, opere d'avanguardia e sperimentali, pittura e scultura, memoria e identità, storia e filosofia, un tributo all'arte e ai suoi protagonisti e un modo per scoprire quanto di buono fanno le istituzioni nazionali e locali per il nostro patrimonio culturale e di creatività.

In Trentino la 'Rinascita della Foresta Danzante'

Rocco Yim, Rinascita della Foresta Danzante / Re-Birth of a Dancing Forest, 2022, Ph. Giacomo Bianchi, Copyright Arte Sella

In Trentino Arte Sella – the Contemporary Mountain presenta a Villa Strobele, all’interno del progetto Arte Sella Architettura, l’opera Rinascita della Foresta Danzante (Re-Birth of a Dancing Forest) di Rocco Yim (Hong Kong, 1949), la nuova installazione che entra a far parte del percorso artistico-architettonico nella natura della Val di Sella in Trentino. L’opera verrà presentata venerdì 16 settembre 2022. L’opera di Rocco Yim si aggiunge al panorama composito di Arte Sella Architettura, progetto nato nel 2017, grazie alla collaborazione con Marco Imperadori e il Politecnico di Milano, che ha visto avvicendarsi nel tempo architetti quali Kengo Kuma, Eduardo Souto de Moura, Michele de Lucchi, Atsushi Kitagawara, Ian Ritchie e Stefano Boeri, chiamati a immaginare opere in grado di incarnare i quesiti del nostro tempo e del nostro rapporto col Pianeta e con l’ambiente. Rinascita della Foresta Danzante ricrea il momento in cui, a causa della forte tempesta Vaia del 2018, gli alberi si sono spezzati, divenendo un memoriale dell’accaduto e al tempo stesso una dichiarazione di speranza all’indomani del disastro naturale. I visitatori si muovono liberamente attraverso lo spazio, riuscendo così a scorgere la posizione dei rami e fluttuare tra la materia e la sua ombra in un sottile equilibrio yin/yang. Gli elementi lignei seguono un andamento a zigzag e si protendono dolcemente l’uno verso l’altro. Formano così una sorta di coreografia che ricorda la Danza di Matisse e la scultura si anima con le ombre proiettate a terra dal sole. La disposizione dell’installazione rivela il potere della resurrezione, la forza del sostegno reciproco e la speranza di stare insieme. Rinascita della Foresta Danzante ci ricorda la fragilità dell’ambiente che ci circonda, ma anche la forza di volontà, la resilienza che ci permette di andare oltre trovando nuove soluzioni. L’opera si inserisce nel percorso di visita di Villa Strobele, luogo fondamentale di riflessione sulla questione dell’abitare e del paesaggio, ponendosi domande sul tipo di relazione che potrà avere in futuro l’uomo, l’umanità, con i luoghi in cui è insediato e che sono attraversati da un processo continuo di mutamento e di modellazione. Le opere d’arte architettoniche che fanno parte di Arte Sella Architettura sono capaci di indagare questi temi, senza necessità di assolvere ad alcuna funzionalità immediata. (red)

A CUNEO “GALASSIE PECULIARI” TRA VETRO E CERAMICA
Dal 16 ottobre all’8 dicembre 2022 il Museo della Ceramica di Mondovì (Cuneo) presenta Galassie peculiari, mostra personale di Tristano di Robilant (Londra, 1964) a cura di Jean Blanchaert, che espone una trentina di opere in vetro e in ceramica, di cui almeno la metà create espressamente per la mostra, a cui si aggiungono ben otto poesie scritte dall’artista e scelte per questo contesto. Dopo aver lavorato con materiali diversi – dal bronzo all’alluminio alla ceramica – nel 2005 Tristano di Robilant inizia a concentrarsi sulla produzione di opere in vetro, collaborando in modo continuativo col maestro vetraio Andrea Zilio, alla fornace Anfora di Murano. Le sue sculture in vetro trasparente mettono in equilibrio forme geometriche, luce e colore. In tutte le sue creazioni si ritrovano forme primitive e antropomorfe che conferiscono linearità, semplicità e arcaicità alla materia lavorata: forme irregolari e apparentemente casuali, sorprendenti e affascinanti, sono spesso abbinate a titoli enigmatici che l’artista, poeta, prende in prestito da un vasto archivio di influenze letterarie, filosofiche e storiche. (red)

A TORINO "COSE PENSATE, ESPOSTE, SCRITTE” DI NICOLA PONZIO

La mostra di Nicola Ponzio “Cose pensate, esposte, scritte” apre la stagione autunnale della galleria Riccardo Costantini Contemporary di Torino. L'evento rientra nella kermesse “Ouverture 2022” di Torino Art Galleries, con apertura fino alle 24:00 nel giorno di inaugurazione 15 settembre. La mostra inoltre verrà inserita nel programma di ExhibiTo, evento che coinvolge 40/50 spazi cittadini dell'arte (gallerie d'arte e associazioni culturali) con una apertura coordinata nei giorni 15, 16 e 17 settembre; anche per le date del 16 e 17 settembre l'apertura sarà prorogata fino alle 24:00. “Cose pensate, esposte, scritte” è un progetto artistico che si avvale di differenti mezzi espressivi. Nell'opera di Ponzio la consueta indagine sulla pittura come mezzo espressivo si articola in questa mostra attraverso l'elaborazione di lavori che spaziano dalla fotografia fino a opere più concettuali. Alle caratteristiche che si riconoscono nell'analisi della pittura quali colore, luce, forma e materia l'artista aggiunge l'elemento “tempo”: opere che quindi si modificano attraverso trasformazioni che sono documentate dalla fotografia o lavori in cui si manifestano lenti mutamenti attraverso l'utilizzo di sostanze oleose miste a colore e oggetti fluttuanti. Infine alcuni lavori in stampa Fine Art che l'artista ha realizzato impaginando in sequenza un numero considerevole di definizione di colore, in questa mostra il giallo e il blu, raccolte in anni di indagine sul web, e che diventano visivamente a loro volta pittoriche. (red)

A BRESCIA “LA TERRA E LE FANTASTICHERIE”
Nelle sale del pianterreno di Palazzo Martinengo Cesaresco di Brescia si sviluppa il percorso espositivo di Armida Gandini, organizzato per sale monografiche dedicate a singole serie espressive e guidato dal titolo La terra e le fantasticherie. Questo binomio mira a evidenziare due elementi apparentemente contrastanti tipici del lavoro di Armida Gandini: la ripresa di stimoli concreti, spesso ordinari, esistenti nella realtà quotidiana e il loro riutilizzo, decontestualizzato, per far nascere da essi nuovi significati e nuove “fantasticherie”. Vecchie foto di famiglia, opere della storia dell’arte, spezzoni di film del passato, tappeti usati diventano i materiali evocativi, gli “oggetti-cercati-e-trovati”, da cui far scaturire inedite riflessioni identitarie sulle esperienze anche traumatiche e di superamento che rendono le persone quelle che sono. La mostra è suddivisa in sezioni che alternano nuclei storici, allestiti secondo visioni attuali, a lavori recenti e inediti, tra cui l’importante corpus dedicato al film Marnie (1964) di Alfred Hitchcock da cui nasce la passione totalizzante di Gandini per il cinema. Tra balene piangenti, lacrime concretizzate nel vetro, tappeti da viaggio, bambini fiabeschi, borsette camminanti, climax rossi – in un caleidoscopio di medium e tecniche – la mostra racconta l’avventura dell’esistenza con i suoi traumi e discontinuità. Il percorso espositivo si sviluppa a partire da una prima sala dedicata ai lavori de Il bosco delle fiabe dove l’azione di remix su immagini d’archivio viene rilanciato in un immaginario fiabesco che parla di crescita e identità; segue lo spazio dedicato A Marnie, impostato come un’unica opera multimediale che mette a confronto, rispettivamente, la nascita della “magnifica ossessione” per il cinema di Armida Gandini e il “grande capolavoro malato” di Alfred Hitchcock da cui questo coinvolgimento è nato. La sezione Gustose e dolcissime utilizza il tema del pianto e della lacrima come simboli di una crescita e una trasformazione che passano da traumi anche liberatori, mentre il capitolo successivo ci porta nella dimensione del viaggio attraverso i lavori dalle serie Geografie umane e Pubblico dominio, sempre con al centro la riflessione sulla costruzione dell’identità. Conclude la mostra l’opera video inedita Une baleine qui pleure che, come una sintesi visiva dell’intero lavoro di Gandini, connette tra loro tutti gli elementi caratteristici della sua poetica: mondo dell’infanzia, cinema, citazione, frammento, sofferenza e trasformazione. La mostra è accompagnata da una monografia, realizzata grazie al supporto di Fondazione Brescia Musei ed edita da Skira, che analizza in maniera completa l’intera produzione dell’artista, fornendo, oltre che un’occasione di approfondimento per appassionati, anche uno strumento scientifico per studiosi. (red)

A SAN MARINO “ALTANA” DI STEFANO ARIENTI
Nella Repubblica di San Marino il 17 settembre 2022 – in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio, dedicate al Patrimonio sostenibile – prende corpo e inaugura la mostra Altana di Stefano Arienti, a cura di Fabio Cavallucci. Il progetto espositivo, nato da Claudio Poleschi Arte Contemporanea (che da qualche anno ha spostato la sua sede da Lucca a San Marino), trova l’ospitalità e la collaborazione della Segreteria di Stato per l’Istruzione e la Cultura, degli Istituti Culturali – Musei di Stato – Galleria Nazionale di San Marino. Tre distinti interventi site specific sulle pendici del Titano, realizzati in importanti sedi pubbliche museali istituzionali per l’arte contemporanea – la Galleria Nazionale, le Cisterne di Palazzo Pubblico e la Ex Galleria Ferroviaria Il Montale –, sono la sostanziale premessa dell’esposizione presso la Claudio Poleschi Arte Contemporanea situata sul confine del piccolo Stato. Stefano Arienti è uno dei maggiori artisti italiani contemporanei che ha caratterizzato la scena artistica italiana degli anni Novanta. Arienti è già parte del percorso e della storia artistica di San Marino nella cui Galleria Nazionale, nel 1995, ha esposto nella mostra Le Mille e una Volta curata da Giacinto Di Pietrantonio e Laura Cherubini. (red)

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