di Paolo Pagliaro
In questi giorni oltre 26 milioni di contribuenti sono stati messi nelle condizioni di sapere, se lo desiderano, che fino hanno fatto le tasse pagate in passato da ciascuno di loro. E’ sufficiente consultare il prospetto riassuntivo allegato alla dichiarazione precompilata per il 730. Chi per esempio avesse versato 16.737 euro di imposte, scoprirebbe di aver finanziato con 3.553 euro pensioni e assistenza e con 3.237 euro la sanità. E scoprirebbe anche che al terzo posto, nella destinazione delle sue e nostre imposte, ci sono gli interessi sul debito pubblico, un’enormità visto che ci costano più, nell’ordine, di istruzione, difesa, pubblica amministrazione, lavoro, e trasporti. In fondo alla lista ci sono le spese per contribuire al bilancio dell’Unione Europea (che però ce ne restituisce una parte) e soprattutto ci sono – cenerentole - la protezione dell’ambiente, la cultura e l’assetto del territorio.
Questo prospetto, che è il migliore manifesto contro l’evasione fiscale. nasce da un’idea di Ernesto Maria Ruffini, che la concepì una decina d’anni fa quando era noto soprattutto come blogger dell’Espresso, dove teneva una rubrica sul fisco. Nominato nel 2018 direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ruffini fu messo nelle condizioni di mettere in pratica la sua proposta. dal ministro Pier Carlo Padoan e dall’allora ragioniere generale dello Stato Daniele Franco. Sostituito dal governo Conte I, Ruffini è tornato al suo posto con il Conte II ed è stato confermato da Draghi. Con lui è tornato anche il prospetto che ci dice dove vanno a finire le nostre imposte e perché non pagarle è un furto ai danni della collettività.