di Paolo Pagliaro
Da due giorni i rappresentati di quaranta paesi sono riuniti a Roma per concordare azioni comuni contro la diffusione della malattie mentali, che - anche in seguito alla pandemia - sono diventate una delle maggiori cause di sofferenza nel mondo. Quasi un miliardo di persone, 1 su 8, convive con qualche forma di disagio psichico; la quota sale a 1 su 7 nella fascia di età tra i 10 e i 19 anni. Per il Global Mental Health Summit si è scelta Roma perché all’Italia viene riconosciuta una storica leadership nel campo delle politiche sociosanitarie in questo ambito. Una delle raccomandazioni da tutti condivise riguarda la necessità di contrastare lo stigma della malattia mentale, e anche qui l’Italia ha fatto da apripista.
Lo è stata grazie a figure come Basaglia e anche grazie allo psicanalista Massimo Ammaniti, che ha dedicato la sua vita ai bambini e oggi pubblica il diario di quella volta che, cinquant’anni fa, si propose di dare una speranza ai piccoli prigionieri dell’ospedale psichiatrico di Roma, che giudicandoli irrecuperabili li teneva legati con le cinghie ai letti o ai termosifoni. Il libro edito da Bompiani si intitola "Passoscuro", che è quella spiaggia a nord di Roma dove un giorno Ammaniti accompagnò i suoi piccoli pazienti a vedere per la prima volta il mare. e per la prima volta a giocare con altri bambini.
Il viaggio in autobus, l’arrivo sulla spiaggia, il sole estivo, l’odore di salsedine, la sabbia da toccare, i piedi nell’acqua. Così Passoscuro divenne il luogo della luce e di una ritrovata dignità.