Due ricorrenze di questi ultimi giorni, il 18 e il 20 novembre, la “Giornata europea per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l’abuso sessuale” e la “Giornata mondiale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”, hanno dato lo spunto al Servizio analisi criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, di elaborare un rapporto sui “Minorenni vittime di abusi”. Il lavoro prende in esame i reati riconducibili alla violenza nei confronti dei minori analizzando i dati (Banca interforze) del biennio 2020-2021 e quelli del primo semestre 2022 confrontati con lo stesso periodo del 2021. I delitti presi in considerazione sono quelli che colpiscono maggiormente i minori degli ani 18 e cioè: l’abbandono di persone minori o incapaci (art.591 c.p.), l’abuso dei mezzi di correzione o di disciplina (art. 571 c.p.), l’adescamento di minorenni ( art. 609 undecies c.p.), atti sessuali con minorenne (art.609 quater c.p.), maltrattamenti contro familiari e conviventi (art.572 c.p.), pornografia minorile (art.600 ter c.p.), sottrazione di persone incapaci (art.574 c.p.), violazione degli obblighi di assistenza familiare (art.570 c.p.), violenza sessuale ( art.609 bis, 609 ter, 609 octies c.p.). Una seconda parte dello studio è stata riservata alla cosiddetta “frontiera del mondo virtuale” con riferimento al “revenge porn” ( la diffusione illecita di immagini sessualmente esplicite), all’adescamento on line, al cyber bullismo e alla sextortion ( una forma di estorsione praticata tramite web attraverso ricatti in maniera sessuale). Il quadro che ne esce è sconsolante.
Nel 2021 il numero complessivo dei delitti sopra indicati denunciati (38.188, in media più di cento al giorno) è aumentato del 5% rispetto al 2020 (36.498) mentre nel semestre dell’anno corrente si è rilevata una diminuzione del 10% passando ai 17.475 delitti rispetto ai 19.431 dello stesso periodo del 2021. Se nel 2021 si è annotato un aumento di tutti delitti in esame, nel 2022 si è registrato una sensibile diminuzione tranne per l’abuso dei mezzi di correzione o di disciplina ( un incremento del 3%, da 215 a 221 casi) e per la violenza sessuale aggravata perché commessa presso istituti di istruzione (da 28 a 43 casi, un incremento del 54%); in entrambi i casi si tratta di modeste variazioni che percentualmente sono condizionate dal basso numero di eventi.
In genere le vittime di abusi sessuali sono in prevalenza ragazze con le infraquattordicenni che risultano preponderanti in tutti i delitti in questione tranne che per la violenza sessuale e per quella di gruppo. Gli analisti delle forze di polizia sottolineano che “..sono delitti che intaccano profondamente la sfera emotiva e psicologica, con ovvie conseguenze negative non solo sulla personalità dell’abusato, ma anche dell’intero sistema relazionale e sociale con il quale il soggetto si troverò a interagire”. Gli autori segnalati all’autorità giudiziaria ( il 71% italiani, il 29% stranieri) sono uomini in quasi 9 casi su 10 e, nel 62% dei casi nella fascia di età compresa dai 35 ai 64 anni; “..soggetti (..) intrisi di una “sottocultura patriarcale” che affonda le proprie radici nell’ignoranza, nella negazione della ragione, e che traduce la paura del confronto nella violenza, fisica, psicologica”. Persone, comunque, spregevoli e ignobili.
Nel mondo virtuale, il “revenge porn” (art. 612 ter c.p.) è aumentato passando dai 973 reati del 2020 ai 1.395 del 2021 mentre nei primi sei mesi del 2022 si annota un decremento del 27% rispetto al 2021 (647 reati contro gli 881). E’ nota la “seduzione” che esercita internet e le nuove tecnologie sui giovani ma i rischi son davvero seri quando tutto si svolge al di fuori della sorveglianza da parte degli adulti. Ecco, allora, che sono aumentati del 33% i casi di adescamento on line nel 2021 (533 contro i 401 del 2020) con la fascia di età 10-13 anni quella più coinvolta, gli episodi di cyberbullismo con un più 13% tra il 2020 e il 2021 e un maggior numero di giovani coinvolti tra i 14 e i 17 anni; aumentati i casi trattati dalle forze di polizia sulla “sextortion”, 101 nel 2021 contro i 52 dell’anno prima ed anche in questo ambito con i giovani tra i 14 e i 17 anni maggiormente coinvolti (77). Tra le conclusioni dello studio del Servizio analisi criminale la sottolineatura di come “ i reati contro i minori costituiscono un crimine contro l’intera società. Pertanto, denunciarli non è soltanto un atto formale ma un obbligo morale”.