di Paolo Pagliaro
L’Ispi ha presentato oggi gli esiti del tradizionale sondaggio annuale sugli italiani e la politica internazionale. Purtroppo la rilevazione era già chiusa quando si è letto di Jacinda Ardern, la bella e brava prima ministra neozelandese che si è dimessa per rilassarsi e potersi finalmente sposare. Sarebbe stato interessante misurare la popolarità di un simile gesto in Italia, paese in cui per trovare un esempio di rinuncia spontanea al potere di solito si cita Cincinnato, 430 avanti Cristo.
Nel sondaggio dell’Ispi non mancano comunque importanti aggiornamenti sull’umore degli italiani rispetto ai grandi fatti del mondo. Nell’anno dell’invasione russa dell’Ucraina, quel conflitto figura solo al quarto posto tra le nostre preoccupazioni, preceduto dalla crisi economica e da fenomeni come i mutamenti climatici e l’immigrazione.
Ma poiché la guerra c’è, ecco che Nato, Unione Europea e Stati Uniti vengono percepiti come i nostri naturali alleati dal 60% degli italiani, mentre crolla la reputazione di Cina e Russia. E’ però signifcativo che - dopo la Russa - Cina e Stati Uniti risultino appaiati quando si tratta di indicare la maggiore minaccia per il mondo.
C’è molta incertezza sull’esito della guerra in Ucraina. Meno di un terzo degli italiani spera in un accordo di pace, mentre sale la quota di chi ritiene che il conflitto possa condurre a un colpo di stato a Mosca.
Il sondaggio dell’Ispi rileva infine un vero e proprio crollo della fiducia nel Parlamento europeo dopo lo scandalo delle tangenti pagate ad alcuni deputati dal Qatar e dal Marocco. Per 4 italiani su 10 quell’istituzione ha perso totalmente la propria credibilità.