di Paolo Pagliaro
Domus de Luna è una fondazione nata a Cagliari per accogliere i bambini dopo la chiusura degli orfanatrofi. Ne sono nate cooperative e associazioni che danno lavoro a decine di ragazzi e ora gestiscono anche la riserva wwf più grande d’Italia. Nella Locride, zona difficile della Calabria, il gruppo cooperativo si chiama invece Goel e si propone come alternativa alla ‘ndrangheta in diversi settori: sociosanitario, agroalimentare, tessile, turistico. Fanno parte del gruppo 31 aziende. A Palermo il Centro Tau è un presidio civico frequentato da migliaia di persone, mentre Gaetano Giunta, fisico teorico e animatore della Comunità di Messina, si è inventato le comunità energetiche solidali e ora sta avviando la prima impresa produttiva di oggetti costruiti in bioplastica. Da Benevento si è diffuso in tutta Italia il modello di accoglienza proposto dal Consorzio Sale della Terra, che combatte il mercimonio sulla pelle dei migranti.
Sono alcuni esempi di quell’imprenditoria sociale che Carlo Borgomeo ha incontrato e in qualche caso accudito nella sua lunga esperienza di presidente della Fondazione con il Sud e che ora racconta in un libro che l’editore Vita e Pensiero pubblica con il titolo “Sud – il capitale che serve”.
Servono, sostiene Borgomeo, soprattutto la responsabilità e la vitalità delle comunità locali, per evitare che il sostegno pubblico diventi assistenzialismo. Non servono invece politici specializzati nella lamentela e nel rivendicazionismo ma disattenti al disagio delle persone; pronti a indignarsi per la chiusura di una fabbrica ma silenziosi di fronte all’assenza di servizi sociali o educativi. Dopo 70 anni - conclude Borgomeo - è tempo di passare dalle politiche per il Sud a quelle con il Sud, un modo finalmente diverso di affrontare l’irrisolta questione meridionale.