Contrastare ogni forma di disuguaglianza e discriminazione, accompagnare la società verso la transizione ecologica, restituire dignità e qualità del lavoro. Una nuova speranza, un nuovo Partito democratico. È stata questa la campagna elettorale portata avanti da Elly Schlein e che l’ha consacrata nuova segretaria del Pd con il 53,8% dei voti, distanziando di poco l’avversario Stefano Bonaccini. È la prima donna segretaria del partito e anche la più giovane (Matteo Renzi divenne segretario a 38 anni). Ma non solo: è la prima candidata a ribaltare il voto degli iscritti del partito, che durante le consultazioni interne avevano scelto Bonaccini. Una donna che “ama un’altra donna, che non è madre ma non per questo è meno donna”, come si è definita la stessa Schlein durante il discorso di chiusura della campagna elettorale dell’alleanza di centrosinistra lo scorso settembre 2022. A quel tempo era “solo” vicepresidente della Regione Emilia-Romagna e candidata alla Camera da indipendente nelle liste del Pd. Ma chi è Elly Schlein? Nata a Lugano da madre italiana e padre americano, classe 1985, Elena Ethel Schlein ha alle spalle una storia e una famiglia attraversate da diverse culture: il nonno materno, Agostino Viviani, avvocato senese e fervente antifascista. Il nonno paterno, Harry Schlein, è emigrato negli Stati Uniti da una famiglia dell’Europa Orientale che ha conosciuto le tragedie del Novecento. Dopo il diploma a Lugano, decide di trasferirsi in Italia, nella città natale della mamma, Bologna, dove frequenta l’università: prima il Dams per un anno e poi si trasferisce a Giurisprudenza. Nel 2008 parte alla volta degli States e approda a Chicago, dove segue come volontaria la corsa alla presidenza di Barack Obama, dove tornerà nel 2012 per formare i nuovi volontari per la rielezione dell’ex presidente americano. L’impegno politico in Italia inizia nel 2013 quando si fa portavoce della campagna “OccupyPD” contro le larghe intese, nei giorni che seguirono la mancata candidatura di Romano Prodi alla Presidenza della Repubblica. Nel 2014 viene eletta al Parlamento europeo, grazie anche alla campagna #slowfoot, una mobilitazione collettiva che univa futuro sostenibile ed esigenze delle persone; in Europa lavora prevalentemente sui temi su cui si è impegnata in campagna elettorale: diritti, immigrazione, giustizia fiscale, conversione ecologica, lotta alla corruzione e alle mafie. Lascia, poi, il Pd durante la segreteria di Matteo Renzi, per aderire a Possibile di Giuseppe Civati. Alle elezioni regionali del gennaio 2020 guida la lista Emilia-Romagna Coraggiosa e viene eletta nell’Assemblea legislativa regionale; grazie al risultato della lista e alle oltre 22mila preferenze riceve l’incarico di vicepresidente e assessora al contrasto alle diseguaglianze e transizione ecologica, dove è rimasta fino al 2022 quando viene candidata ed eletta come indipendente alla Camera dei deputati. (nog)
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