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direttore Paolo Pagliaro

Bowie, Lazarus debutta nei teatri italiani con Manuel Agnelli

Teatro
Dai palchi più prestigiosi agli spettacoli di provincia, lo "Speciale teatro" presenta ogni settimana le novità in cartellone in giro per l'Italia. Tra classici della commedia e della tragedia, opere, One man show, cabaret e "prime", le rappresentazioni teatrali vengono anticipate attraverso una descrizione sintetica dello spettacolo, della sua scenografia e dei suoi autori e interpreti, oltre a un piccolo vademecum con le date e gli orari.

Bowie, Lazarus debutta nei teatri italiani con Manuel Agnelli

Va in scena per la prima volta in Italia al Teatro Bonci di Cesena dal 22 al 26 marzo con la regia del direttore di ERT Valter Malosti lo spettacolo “Lazarus”. Considerato «il regalo d’addio di David Bowie al mondo», Lazarus è infatti la straordinaria opera rock che il grande artista britannico scrisse poco prima della sua scomparsa insieme al drammaturgo irlandese Enda Walsh. Otto anni dopo il debutto a New York, il 7 dicembre 2015 (ultima apparizione pubblica di Bowie), ERT / Teatro Nazionale ha ottenuto i diritti in esclusiva nazionale per dare vita a questa incredibile opera affidata alla regia di Valter Malosti, che ne ha curato la versione italiana confrontandosi con lo stesso Walsh. Trasportato da una forte attrazione per l’arte di Bowie, Malosti arriva alla traduzione e alla messa in scena di Lazarus realizzandone una drammaturgia originale che omaggia i più grandi successi del Duca Bianco: da Heroes a Life on Mars? fino a Changes e, naturalmente, Lazarus, capolavoro che dà il titolo all’opera. Interpreterà il protagonista Newton, il migrante interstellare del noto romanzo di Walter Tevis L’uomo che cadde sulla terra (1963), uno dei nomi di punta della musica italiana, Manuel Agnelli, come lo stesso Bowie fece nell’omonimo film di Nicolas Roeg (1976). Il cantautore e storico frontman degli Afterhours sarà affiancato dalla cantautrice vincitrice della XIV edizione di X-Factor Italia Casadilego nei panni di The Girl e dalla coreografa e danzatrice Michela Lucenti. Dopo il debutto a Cesena, la tournée proseguirà nei teatri delle più importanti città italiane: Teatro Storchi a Modena (dal 29 marzo al 2 aprile), Teatro Galli a Rimini (dal 5 al 7 aprile), Teatro Argentina a Roma (dal 12 al 23 aprile), Teatro Arena del Sole a Bologna (dal 26 al 30 aprile), Teatro Mercadante a Napoli (dal 3 al 14 maggio), LAC Lugano Arte e Cultura a Lugano (dal 18 al 20 maggio), Piccolo Teatro Strehler a Milano (dal 23 al 28 maggio), Teatro Comunale a Ferrara (dall’1 al 3 giugno) e Teatro Carignano a Torino (dal 6 al 18 giugno).
La foto riporta l’Artwork di Gavin Evans.

FILIPPO GIARDINA PORTA LA SUA STAND-UP COMEDY IN GIRO PER L’ITALIA
Fra i più amati (e odiati) stand-up comedian italiani, Filippo Giardina annuncia finalmente il nuovo tour, con cui porterà in scena Cabaret, il suo undicesimo monologo satirico: uno spettacolo comico, coraggioso, trasgressivo, scorretto, che ha come fine ultimo l’alleggerire il pubblico dal peso del nostro tempo. La tournée in partenza ad aprile farà tappa in ben 12 città, da nord a sud. Cabaret smaschera un essere umano sempre più solo nel proprio delirio egoico, incastrato in una tecnologia aleatoria che dipinge un futuro angosciante e spersonalizzato. Cabaret è un viaggio paradossale tra passato, presente e futuro condito da cattiverie gratuite e ingiustizie lessicali. Cabaret è un disincantato monologo di stand-up comedy che vuole prendere le distanze dalla comicità banale e improvvisata e rivendica l’appartenenza alla storica tradizione della letteratura orale. "L’indignazione – dice Giardina - è passata dall’essere uno strumento di lotta e contestazione a uno mezzo per chiudersi nella propria bolla di convinzioni e certezze incrollabili. Il perbenismo e il bigottismo stanno diventando valori positivi e la libertà di espressione deve sottostare, impaurita, a una dilagante e infantile permalosità. Nel frattempo c’è la guerra e la sinistra annaspa tra vecchie categorie bollite e nuove fissazioni borghesi. Più il mondo va a picco più solo una risata potrà alleviare il dolore del lento, ma inevitabile, inabissamento". Queste le date dello spettacolo: 4 aprile, Perugia, Sala dei Notari; 12 aprile, Padova, Hall; 13 aprile, Brescia, Latteria Molloy; 14 aprile, Bergamo, NXT Station; 15 aprile, Nichelino (TO), Teatro Superga; 17 aprile, Genova, LaClaque; 18 aprile, Bologna, Locomotiv Club; 19 aprile, Firenze, Spazio Alfieri; 21 aprile, Pordenone, Capitol; 4 maggio, Milano, EcoTeatro; 6 maggio, Roma, Spazio Rossellini; 7 maggio, Napoli, FOQUS.

PARTE LA TOURNÉE ITALIANA DI “COSE DI OGNI GIORNO”
Denny Mendez torna sul palco nei panni di Rina nello spettacolo Cose di ogni giorno di David Norisco, per la regia di Francesco Branchetti (anche attore protagonista), al fianco di Isabella Giannone e José De La Paz. Cose di ogni giorno, che andrà in scena in tutta Italia da marzo a maggio, è un attuale affresco familiare in cui la Mendez interpreta il personaggio di Rina, una giovane moglie e madre che ha cercato di trasmettere ai figli i valori in cui ha sempre creduto, l’onestà e l’amore per la propria famiglia. Forte e indipendente, negli anni Rina non ha saputo né voluto vedere la continua infedeltà del marito, convinta che l’amore potesse prevalere sui momenti di difficoltà e tenere unita la sua famiglia. Nonostante i suoi sforzi, però, altri fattori esterni minacceranno la tanto ambita unità familiare. Quando sua figlia decide di separarsi dal marito che ha una storia extraconiugale con una donna trans e contemporaneamente suo figlio rivela di esser omosessuale, a Rina crollano tutte le certezze del mondo borghese cui appartiene. Un personaggio complesso e dalle molte sfaccettature che nel corso della messa in scena mostrerà un’incredibile evoluzione. “Sono orgogliosa di poter interpretare un personaggio così difficile e lontano da me”, ha dichiarato Denny Mendez. “C’è una frase che dice il mio personaggio che mi ha molto colpita e che credo sintetizzi perfettamente il profondo senso di oppressione dell'essere umano: ‘Era il tempo di cadere dalle nuvole e di mettere i piedi a terra, di non considerarmi più una donna che non vede, non sente e non parla. Sicuramente vedevo e sentivo ma è pur vero che non ho mai parlato’”. Queste le date dello spettacolo : 5 marzo, Teatro Comunale Verdi di Curtatone (MN); 9 marzo, Cinema Teatro Verdi di San Vincenzo (LI); 11-12 marzo, Teatro Garage di Genova; 16 marzo, Cinema Auditorium Don Bosco di Bollate (MI); 17 marzo, Teatro Vittorio Gassman di Borgio Verezzi (SV); 18-19 marzo, Teatro Cardinal Massaia di Torino; dal 23 al 26 marzo Teatro degli Eroi di Roma; 30 marzo, Teatro Grandinetti di Lamezia Terme (CZ); 31 marzo, Cinema Teatro Comunale di Catanzaro; 1 aprile, Auditorium Casa della Pace di Caulonia Marina (RC); 15 aprile, Teatro Blu di Buriasco (TO); 16 aprile, Teatro Vecchio Mercato di Gassino (TO); 22-33 aprile, Teatro Le Laudi di Firenze; 28 aprile, Teatro Dehon di Bologna; 29-30 aprile, Teatro Maurizio Fiorani di Canale Monterano (RM); 7 maggio, Teatro Stabile Nisseno di Caltanissetta; 13-14 maggio, Teatro Bolivar di Napoli.

“LA LETTERA” DI PAOLO NANI ARRIVA IN LIGURIA
Un best seller, uno spettacolo per tutti, è in arrivo per la prima volta a Sori, a pochi chilometri da Genova, nell’ottava stagione di Soriteatro ideata e diretta da Sergio Maifredi per Teatro Pubblico Ligure. Giovedì 9 marzo 2023 alle ore 21 al Teatro Comunale va in scena “La lettera” di e con Paolo Nani, uno spettacolo senza parole, una vera e propria performance attoriale comica costruita come una variazione su un tema. Sarà preceduto alle 19.30 dall’ultimo appuntamento della rassegna “Far ridere è una cosa seria” ideata dalla scrittrice Barbara Fiorio, che parlerà del romanzo “A me le guardie!” di Terry Pratchett. Ne “La lettera” di Paolo Nani un uomo entra in scena, si siede a un tavolo, beve un sorso di vino che però sputa, chissà perché, contempla la foto della nonna e scrive una lettera. La imbusta, la affranca e sta per uscire quando gli viene il dubbio che nella penna non ci sia inchiostro. Controlla e constata che non ha scritto niente. Deluso, esce. Tutto qui. La situazione si ripete 15 volte in altrettante varianti come: all'indietro, con sorprese, volgare, senza mani, horror, cinema muto, circo, eccetera, eccetera. È interpretata con precisione assoluta e straordinaria efficacia comica. Attrae spettatori di ogni nazionalità perché la sua comprensione è universale. Un’attenzione che si estende alle persone disabili dell’udito perché con Paolo Nani la parola arriva anche a chi non può ascoltarla. “La lettera” ha compiuto 31 anni; dal 1992 questo spettacolo è in perenne rappresentazione ai quattro angoli del globo, l'hanno visto in Groenlandia e in Giappone, in Argentina e in Spagna, in Norvegia e in Italia, intorno alle 1.700 repliche per questo piccolo, perfetto meccanismo che continua a stupire, anche dopo averlo visto decine di volte, per la sua capacità di tenere avvinto il pubblico alle sorprendenti trasformazioni di un formidabile artista, Paolo Nani. Il tema dello spettacolo è liberamente ispirato al libro dello scrittore francese Raymond Queneau "Esercizi di stile", scritto nel 1947, dove una breve storia è ripetuta 99 volte in altrettanti stili letterari.

A ROMA “LA FISARMONICA VERDE” RACCONTA IL DRAMMA DELLA GUERRA
Debutta al Teatro Lo Spazio dal 9 al 12 marzo, “La fisarmonica verde”, spettacolo scritto e interpretato da Andrea Satta, con la regia di Ulderico Pesce. Un cappotto russo, una fisarmonica verde smeraldo e un documento che denuncia le atrocità della guerra. Poi, gli anni Sessanta elettrici, i 45 giri e i mille racconti davanti al camino. Sono gli oggetti che, come una bussola, guidano un figlio a intraprendere un “viaggio verso il padre”, un uomo arcaico e grande “narratore di silenzi”. Una storia vera, la storia di un uomo normale, mica un eroe. Uno che partì in guerra perché si doveva partire e che tornò anche se era difficile tornare e, tra andare e svenire, ingoiò momenti di tragedia assoluta e sputò straordinario coraggio. “La fisarmonica verde” racconta la Seconda Guerra Mondiale attraverso il recupero del rapporto tra un padre, Gavino "Esse", di origine sarda, che è stato internato in un campo di concentramento in Germania, e il figlio Andrea che, mosso dal desiderio di capire il padre, cerca, dopo la sua morte, di ricostruire i momenti salienti della vita in base agli oggetti ritrovati. Andrea, tra gli oggetti, scopre un documento firmato da suo padre e da altri soldati internati politici del campo di concentramento di Lengenfeld. È la denuncia di una vera e propria strage commessa da Joseph Hartmann quando decise il 14 aprile 1945, di chiudere in una baracca di legno un centinaio di internati politici. "Lengenfeld" è il nome del campo nazista in cui Gavino "Esse" ha trascorso due anni della sua vita come prigioniero politico internato militare (furono oltre 600.000 gli italiani a cui toccò questa sorte). Quel documento spinge Andrea a sapere di più. Decide allora di andare a visitare i luoghi di origine di Gavino: Luogosanto, la Gallura... la Sardegna. I ricordi diventano più precisi, i racconti della guerra più chiari. Veramente un’avventura incredibile, quella di uomo normale.

(© 9Colonne - citare la fonte)