di Paolo Pagliaro
A Mirafiori sono arrivati 17 operai slovacchi, che Stellantis utilizzerà per la produzione della 500 elettrica. Vengono dallo stabilimento del gruppo a Trnava e hanno accolto l’offerta di mobilità interna, che consentirà loro di fare un’esperienza nuova e soprattutto di arrotondare lo stipendio grazie al rimborso spese. I sindacati dei metalmaccnici e i politici torinesi non l’hanno presa bene, e si capisce, visto che tra Mirafiori e le altre fabbirche ex Fiat negli ultimi due anni si sono persi 6 mila posti di lavoro e altri se ne perderanno con il nuovo piano di uscite incentivate.
C’è da dire che. per quanto riguarda Stellantis, la mobilità infra-gruppo non funziona solo dall’estero in Italia. Poco più di un anno fa circa 200 operai furono trasferiti da Melfi e Pomigliano allo stabilimento francese di Vesoul, in Alta Saona, consentendo che fossero mandati a casa dall’oggi al domani trecento precari del luogo. Anche in quella circostanza protestarono i sindacati, ma quelli francesi.
Ieri il Corriere di Torino ha intervistato una di queste tute blu che per mantenere al meglio la famiglia ha scelto la via del nomadismo professionale. Partito da Melfi e transitato da Atessa , si è spostato a Termoli per produrre furgoni e quindi a Mulhouse per produrre la Peugeot 408, e ora è in forza a Pomigliano in attesa di raggiungere Torino. Dice che è un po’ come fare il militare.
Anche nel settore dell’industria automobilistica, tutto lascia pensare che slogan come “prima gli italiani” stiano invecchiando in fretta, mentre è sempre più attuale il tema della globalizzazione dei diritti, a cominciare da quelli che riguardano le tutale sindacali e il salario.