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direttore Paolo Pagliaro

Infermieri
in libera uscita

Infermieri <br> in libera uscita

di Paolo Pagliaro

Si chiama decreto bollette perché si occupa di tariffe per la fonitura di energia elettrica, ma in realtà contiene grandi novità anche per gli ospedali e in generale per il servizio sanitario. Il decreto, in vigore da quattri giorni, prevede infatti che finito il proprio turno in corsia gli infermieri possano lavorare in un’altra struttura anche privata, come una Rsa, una clinica o una farmacia. La nuova norma stabilisce in sostanza che anche agli infermieri, come ai  medici, non sia più richiesta l’esclusività professionale. 

Il provvedimento – che andrà confermato fra tre anni.-, ha incontrato il plauso di associazioni e sindacati di categoria, convinti che la possibilità di  esercitare la libera professione aiuterà a migliorare le condizioni economiche degli interessati e  l’assistenza sul territorio. Ma ha sollevato anche i dubbi e le proteste di chi ritiene che  invece di dare agli infermieri  il permesso di lavorare di più sarebbe stato meglio alleggerire i turni e migliorare gli stipendi.

Il decreto bollette lascia in ogni caso irrisolto il problema principale che è la carenza di infermieri. Ne mancano 65 mila secondo la Corte Conti, il doppio secondo l’Ocse In compenso ce ne sono circa 20 mila che negli ultimi tre anni hanno lasciato l’Italia per lavorare all’estero, senza contare le migliaia di professionisti della sanità che ogni mattina  attraversano il confine con la Svizzera e – dopo una giornata in ospedale -  la sera tornano indietro. Lì – come in Germania o Austria - si arriva a guadagnare il doppio. Nel Lussemburgo, il triplo. La formazione di un infermiere costa allo stato italiano circa 4500 euro l’anno. Investimento lungimirante, purché alla fine quel prezioso capitale umano non vada ad arricchire il servizio sanitario degli altri paesi.  

 

(© 9Colonne - citare la fonte)