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Italia-Cina, la strategia della Camera di Commercio tra cultura e business

Italia-Cina, la strategia della Camera di Commercio tra cultura e business

Italia e Cina, due Paesi separati da migliaia di chilometri, un diverso fuso orario, una lingua e una scrittura diversa. Si penserebbe siano incompatibili anche dal punto di vista culturale o commerciale. Non è di questa opinione Paolo Bazzoni, presidente della Camera di Commercio italiana in Cina. “Dal punto di vista artistico-culturale, Italia e Cina sono paesi diversi ma simili”, ha dichiarato a 9Colonne, spiegando come se l’Italia è “leader mondiale in arte e cultura”, la Cina, a livello Asia, “ha, in questo campo, una storia millenaria”. Le sinergie da un punto di vista artistico e culturale, quindi, sono moltissime e, secondo il presidente Bazzoni, possono sfociare “anche nel business”. Ed è proprio a livello commerciale che si inserisce l’attività della Camera di Commercio italiana in Cina. “Siamo un ponte tra due culture, due modi di concepire il business”. Questo non vuol dire che ci sia a priori un’incompatibilità, ma “ci devono essere tutta una serie di condizioni a contorno, per rendere questo incontro più concreto ed effettivo e, soprattutto, facendosi capire sugli obiettivi finali”, ha chiosato il presidente della Camera di Commercio. “Cina vuol dire continente - ha proseguito Bazzoni, da quindici anni nel Paese del Dragone e residente nella città di Chongqing - e la nostra strategia è essere presenti in tutti i territori”.
Negli ultimi tre anni, infatti, la Camera di Commercio ha raddoppiato il numero di uffici, passando dai quattro iniziali a otto, di cui l’ultimo inaugurato lo scorso marzo: Pechino e Tianjin; Shanghai e Suzhou; Chongqing e Chengdu, Guangzhou e Shenzhen. Come ha evidenziato Bazzoni, “ogni area territoriale ha le sue peculiarità e le sue caratteristiche che incentivano e attraggono più alcuni settori nei confronti di altri”. Ed è proprio qui che si attiva la Camera di Commercio, individuando questa matrice, e “grazie ad una business map che fotografa il continente, individua dove sono le aziende e quali sono gli incentivi locali per i soci”, per poi proteggere l’investitore italiano e condurlo “mano nella mano” a trovare nuove opportunità sul mercato cinese. Nonostante la batosta Covid, che soprattutto in Cina ha congelato le attività al 2020 a causa delle misure altamente restrittive varate dal Governo, la situazione “ha ripreso e siamo in una graduale, cauta, positività”. Ma come può inserirsi l’Italia in un mercato così competitivo e apparentemente lontano come quello cinese? Le iniziative della Camera di Commercio sono orientate proprio in questa direzione. Citando il passato Expo di Hainan, Bazzoni ha evidenziato come l’Italia, Paese d’Onore, si sia distinta per l’alta qualità e l’eccellenza che da sempre la contraddistingue in qualunque campo. “Bisogna battere il chiodo sul commercio - ha insistito Bazzoni - ma a condizione che sia fair and balanced, perché solo con un’equità nei rapporti commerciali si può avere crescita e sviluppo sostenibile”.
Tra i progetti messi in campo dalla Camera di Commercio, il presidente ne ha sottolineati due di particolare importanza: “Italy meets Cina”, con focus di volta in volta sui diversi territori: sono “piattaforme in cui si presenta l’area, si presentano le aziende italiane che sono già in quell’area, si interrogano le controparti cinesi su vantaggi e opportunità e poi si dialoga di opportunità commerciali concrete”. In secondo luogo, la già citata “business map”. In un’ottica futura, a settembre si terrà la “China Industrial International Fair” in cui la Camera di Commercio avrà un padiglione “con oltre 50 aziende di meccanica e meccatronica” e saranno organizzati seminari “per far capire all’interlocutore italiano quali sono le opportunità e proteggerlo da eventuali situazioni poco chiare che potrebbero causare dei problemi in futuri investimenti”. La strategia vincente per un’impresa italiana che vuole presentarsi in Cina secondo Bazzoni? “Informarsi, valutare la strategia di ogni azienda e vedere quali sono i vantaggi competitivi a livello globale”; ma, soprattutto, “appoggiarsi al sistema: quindi, Camera di Commercio, Ambasciate e Consolati, senza dimenticare tutte le entità o le associazioni che si occupano di imprese e internazionalizzazione”.(nog - 24 apr)

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