Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

EXPORT: TIMORI
PER LA FRENATA

Qual è l’andamento dell’export per le imprese italiane? Nei primi sette mesi del 2023, rileva Istat, l’export registra una crescita tendenziale del 2,3%. Ma a luglio le esportazioni hanno subito una brusca frenata diminuendo su base annua del 7,7% in termini monetari, e dell’11,6% in volume. La contrazione dell’export riguarda sia l’area UE (- 8,7%), sia quella extra UE (-6,7%%). Su base annua preoccupano fortemente in particolare la riduzione delle vendite verso la Germania (-5,8%), principale mercato italiano, e il calo a due cifre delle esportazioni in Cina (-14,5%) e negli Usa (-14%). Crescono le esportazioni italiane solo versi i Paesi Opec (+20,1%) e la Turchia (+11,3%).  Positiva la vendita dei macchinari (+5,8%) e degli autoveicoli (+ 31,1%) da parte del sistema commerciale.  La percentuale dell’export italiano sul totale mondiale è scesa dal 2,79% del 2021 al 2,65% del 2022. Se questo calo venisse ulteriormente confermato nei prossimi anni, si certificherebbe una sostanziale perdita di competitività del Sistema Italia. Sono i dati al centro di Go International - la fiera dei servizi per l’export in programma a Milano all’Allianz MICO-FieraMilanoCity oggi e domani in cui imprese e operatori del commercio estero potranno incontrare oltre 110 espositori (da istituzioni pubbliche come ICE, Simest, Agenzia delle Dogane, a player del digital export come Alibaba.com, piattaforma mondiale del B2B; ad aziende della logistica, studi legali, istituti finanziari, società di marketing internazionale, temporary export manager) e partecipare ad oltre 50 workshop tematici. In particolare nel convegno di apertura della manifestazione, con i rappresentanti delle istituzioni, si discuterà di “Un nuovo modello per l’internazionalizzazione del Sistema Italia”.

Emergono inoltre un numero stazionario delle imprese esportatrici e fatturati esteri ridotti. Senza considerare il periodo particolare dell’emergenza Covid, il numero di imprese italiane che esportano è stabile fra le 130-140 mila. Di esse, oltre 100 mila imprese, ha un fatturato estero inferiore ai 750mila euro. Circa il 50% delle imprese esportatrici del nostro Paese è costituito da attività manifatturiere; il 37,5% da imprese commerciali; il 12,5% da imprese che operano in altri settori.

“Questo – evidenzia Riccardo Garosci, vicepresidente milanese e nazionale di Confcommercio e presidente di Aice, l’Associazione italiana commercio estero (con sede in Confcommercio Milano) che organizza la fiera assieme a Trade Events - ad ulteriore conferma che l’export (625 miliardi di euro nel 2022, con previsione SACE di 670 miliardi di Euro nel 2023) è un tema ormai trasversale che coinvolge il sistema Paese nella sua interezza e non più solo il settore della manifattura”.  

“L’export rappresenta circa un terzo del Pil italiano – sottolinea Garosci - ma l’instabilità a livello globale che stiamo vivendo rende più complesso operare sui mercati esteri”. “Da una parte – aggiunge – sono urgenti politiche di sostegno e formazione per favorire l’accesso delle pmi nei mercati internazionali, ma al contempo istituzioni e associazioni imprenditoriali devono lavorare intensamente con l’obiettivo di creare le condizioni affinché i fatturati esteri crescano in modo significativo. Sono due le parole chiave per rimanere competitivi: diversificazione e regionalizzazione dei mercati. In questi ultimi anni di difficoltà con la pandemia prima e il conflitto Russia-Ucraina poi, il Made in Italy ha trovato nei mercati tradizionali un rifugio. Il proseguimento dell’incertezza internazionale impone di accelerare la diversificazione dei mercati di sbocco per mantenere il livello competitivo delle nostre eccellenze”.  (11 ott - red)

(© 9Colonne - citare la fonte)