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direttore Paolo Pagliaro

LA STANZA SEGRETA
DI MICHELANGELO

LA STANZA SEGRETA <BR> DI MICHELANGELO

Dopo quasi 50 anni dal suo ritrovamento (era il 1975) oggi la stanza segreta di Michelangelo, piccolo ambiente contenente una serie di disegni attribuiti al Buonarroti, a cui si accede dalla Sagrestia Nuova, all’interno del Museo delle Cappelle Medicee, parte del gruppo dei Musei del Bargello, a Firenze, diventa accessibile al pubblico. L’apertura sarà fatta in via sperimentale e le prenotazioni aperte fino al 30 marzo, in via prudenziale. L’attesa apertura è resa possibile anche grazie al monitoraggio condotto d’intesa con l’Opificio delle Pietre Dure ed è possibile per gruppi contingentati di massimo 4 persone alla volta, fino ad un limite di 100 persone la settimana, in modo da proteggere i disegni e mantenere adeguate condizioni conservative, indispensabili a salvaguardare i preziosi manufatti, vista la necessità di intervallare il periodo di esposizione alla luce a led a periodi prolungati di buio. La permanenza massima all’interno della stanza sarà di 15 minuti, accompagnati da personale di vigilanza. Dal momento che per accedere all’ambiente è necessario scendere una stretta scala, la stanza non è accessibile ai disabili e ai minori di 10 anni. Un “luogo di fascino straordinario, ma delicatissimo per l’ubicazione dello stretto ambiente nel percorso museale e per la tutela dei disegni a carboncino presenti sulle pareti” ha detto il Direttore Generale Musei Massimo Osanna. “Questo ambiente così piccolo è un vero unicum per il suo eccezionale potenziale evocativo. Le sue pareti sembrano contenere a stento numerosi schizzi di figura, in buona parte di formato monumentale, tracciati da segni che attestano una grande chiarezza progettuale – le parole di Francesca de Luca, curatrice del Museo delle Cappelle Medicee -. A questi si accompagnano studi, variamente accurati o sommari, di dettagli anatomici, di volti, di pose inconsuete. Non in tutti i disegni è avvertibile la stessa sostenuta tensione qualitativa della grafica di Michelangelo, che secondo la ricostruzione di Paolo dal Poggetto, scopritore di queta stanza nel 1575, qui si sarebbe potuto esercitare nel 1530 durante la sua latitanza per salvarsi dall’ira di papa Clemente VII Medici dovuta alla sua attività di responsabile delle fortificazioni presso il governo repubblicano, che aveva espulso la famiglia nel 1527. Tuttavia questo luogo permette ai visitatori di oggi l'esperienza unica di poter entrare in contatto diretto non solo con il processo creativo del maestro, ma anche con la percezione della formazione del suo mito di divino artista, preso a modello dai colleghi contemporanei e dai giovani iscritti all’Accademia delle arti del Disegno, di cui Michelangelo fu nominato ‘Padre e Maestro’, che nel 1563 stabilì la sua sede in Sagrestia”.  (foto di Francesco Fantani) (15 nov – red)

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