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Un anno di criminalità predatoria
nei registri del Viminale

Un anno di criminalità predatoria <br> nei registri del Viminale

di Piero Innocenti

Alcuni giorni fa il Dipartimento della Pubblica Sicurezza ha diramato alle Direzioni Centrali, ai Questori e a tutti gli Uffici di polizia dislocati sul territorio nazionale , il “Rapporto intersettorialesulla criminalità predatoria 2023”, un interessante documento (123 pagine) di sintesi finalizzato “al monitoraggio dell’evoluzione dei fenomeni criminali e alla condivisione, con i settori di attività economica più esposti, di informazioni, strategie e best practices per la prevenzione”.

Il rapporto, frutto del lavoro degli specialisti delle forze di polizia del Servizio Analisi Criminale e dell’OSSIF, il Centro di Ricerca dell’ABI sulla Sicurezza Anticrimine, è un importante patrimonio informativo utile per definire strategie di prevenzione e contrasto da parte delle autorità di Pubblica Sicurezza (nazionale e provinciali) ma anche dai vari soggetti economici interessati.
Il primo dato che salta agli occhi è quello delle rapine commesse nel 2022 che sono state 25.642 con un incremento del 16,1% rispetto all’anno prima – quando già si era annotato un aumento del 10,5% rispetto al 2020 – un dato comunque ben lontano dal picco raggiunto nel 2013 con più di 43mila casi. Un incremento di rapine in tutte le aree del Paese si è registrato se si fa riferimento al numero ogni 100mila abitanti e tenendo presente che le rapine effettuate in strada hanno rappresentato il 59% delle rapine totali. In aumento anche i furti (483.211) e le rapine nel primo semestre del 2023 con 13.723 casi ( dato non consolidato), un più 7,6% rispetto allo stesso periodo del 2022 e con la particolarità che a livello regionale Campania e Lombardia occupano le prime due posizioni con riferimento alle rapine ogni 100mila abitanti, rispettivamente con 35 e 28 casi ( nel 2022 in  Campania erano stati registrati 71 casi). Tra le altre attività predatorie che creano forte disagio e allarme tra i cittadini ci sono sicuramente i furti ed i particolare quelli commessi in abitazioni. Ebbene, nel 2022, i furti totali denunciati in Italia sono stati 963.032 con un incremento del 18,7% rispetto al 2021 e  di questi ben 134mila casi ( il 13,9% del totale) hanno riguardato i furti nelle case con un aumento del 7,3% rispetto al 2021. Dall’analisi è emerso anche che il numero più elevato di furti è stato registrato a ottobre (88.758) e a novembre (88.926) mentre il maggior numero di rapine è stato rilevato a dicembre (2.239). In questi periodi, allora, sarebbe opportuno incrementare i servizi ordinari e straordinari di controllo del territorio ( sono necessarie, lo ricordiamo, più risorse umane) tenendo anche in conto le fasce orarie in cui tali delitti si compiono con più frequenza che sono, per i furti, quella  che va dalle 9 alle 17 (326.128 furti sul totale di 963.032) e per le rapine quell compresa tra le 17 e le 24 (8.647 sul totale di 25.642). Nella realtà, tuttavia, non è affatto semplice cambiare i turni di servizio di pattugliamento quotidiano del territorio fissati in quattro turni di sei ore ciascuno in sede di contrattazione centrale tra l’Amministrazione della PS e i sindacati di polizia.
Va ancora rilevato come a livello territoriale, nei primi sei mesi del 2023, la recrudescenza dei reati ha caratterizzato tutte le aree geografiche con un decremento delle sole rapine (-7,5%) nel Sud del Paese mentre l’incremento maggiore di rapine e di furti si è avuto nelle regioni del Centro (rispettivamente con un +20,2% e + 12%). Per le rapine in banca (124 nel 2022 rispetto alle 87 del 2021, concentrate prevalentemente nella giornata del venerdì), va evidenziato il notevole calo, circa il 90% rispetto alle 1.246 rapine del 2013, senza contare la crescita costante delle rapine fallite che è stata del 41,1% nel 2022 contro il 24,3% del 2012 (efficaci le diverse iniziative di prevenzione adottate nel tempo dalle banche).
In merito alle rapine negli esercizi commerciali negli ultimi dieci anni vi è stata una costante riduzione dei casi fino al 2020 quando si è registrata una inversione di tendenza e nel 2022 con un incremento del 13,3% (3.594 casi che , comunque, sono quasi dimezzati rispetto al 2013 quando se ne annotarono ben 6.865). La Lombardia si è confermata la regione più colpita con 731 rapine seguita dal Lazio con 434 e dal Piemonte con 375 rapine. Un quadro, dunque, con dati oggettivi che consente di valutare il fenomeno della criminalità predatoria nella sua reale dimensione. 

(© 9Colonne - citare la fonte)