Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Destra, sinistra
e carne coltivata

di Paolo Pagliaro

Nel nostro paese malato di politicismo l’ultimo terreno di scontro tra destra e sinistra sembra essere la carne coltivata. Prevalgono i contrari tra gli elettori di destra mentre quelli di sinistra sono in maggioranza favorevoli. Questo almeno dice un sondaggio pubblicato recentemente dalla voce.info. Forse è il prezzo che si paga al fatto che, per iniziativa del governo Meloni, l’Italia è stato il primo e per ora unico paese al mondo a vietare la produzione e la vendita della carne sintetica. Un altro prezzo è lo stop agli investimenti in ricerca, come denuciano i docenti di Bioingegneria industriale del Politecnico di Torino intervistati ieri dalla Stampa. Il risutato è che prima o poi dovremo importare ciò che ci vietiamo di produrre
Collocare la questione sull’asse destra-sinistra è tuttavia un errore. Tra i padri nobili dell’agricoltura cellulare c’è un conservatore d’acciaio come Winston Churchill, che nel nel 1931, sulle pagine di una rivista letteraria pubblicata a Londra,, scriveva così: “in futuro sfuggiremo all’assurdità di coltivare un pollo intero per mangiare il petto o l’ala, perché coltiveremo queste parti separatamente in un medium adatto”.
Quasi un secolo dopo, la profezia di Churchill si avvera, tra mille dubbi ma con il conforto delle biotecnologie e la consapevolezza che non è a lungo sostenibile un sistema alimentare che si regge sull’uccisione di 70 miliardi di animali terrestri ogni anno. In un volumetto di 100 pagine pubblicato da Carocci – titolo “Carne coltivata” – Luca Lo Sapio discute con pacatezza i pro e i contro sul piano scientifico, con uno sguardo attento all’ambiente e alle controversie etiche. Tutte questioni che non viaggiano sulle ruote dei trattori.

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