Roma, 5 feb - "Questa settimana approda finalmente in aula al Senato la proposta di legge che abbiamo approvato alla Camera nel settembre scorso. Una proposta che ha avuto un via libera all'unanimità qui a Montecitorio, in cui abbiamo cercato di inserire tutti gli strumenti possibili: è un grave errore pensare che si possa risolvere un drammatico fenomeno sociale mettendo in campo solo alcuni strumenti". Così Devis Dori, deputato Avs, a margine di una conferenza stampa alla Camera, in merito alla proposta di cui è prima firmatario, il ddl di delega al Governo su bullismo e cyberbullismo, questa settimana all'esame dell'aula di Palazzo Madama. Alla conferenza stampa sono intevenuti Andrea Vitello, autore del libro "Il bullismo nella società" e Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia. Una proposta frutto di un lungo lavoro avviato nel 2018, approvata alla Camera nel gennaio 2020 ma poi arenatasi in Senato fino alla fine della scorsa legislatura. "Prevediamo - spiega Dori - strumenti di prevenzione, che puntano sull'importanza dell'aspetto educativo, ma anche l'aspetto di contrasto basato sulle misure amministrative del Tribunale dei minori nei casi più gravi, poi c'è l'importanza di far emergere attraverso il coinvolgimento delle famiglie e della scuola questi episodi gravi. La legge prevede anche un monitoraggio da parte dell'Istat, con una 'fotografia' ogni due anni da parte dell'istituto, in modo da seguire l'evoluzione del fenomeno. E naturalmente le azioni di sensibilizzazione: quello che conta è creare una cultura e una consapevolezza del rispetto". Luana Zanella, capogruppo Avs alla Camera, confida in un ok definitivo in questa settimana, quando ricorre (il 7 febbraio) la seconda giornata nazionale contro il bullismo. "Si sta avvicinando la giornata in cui si ricorda il fenomeno del bullismo - afferma - il provvedimento rischia di dover tornare alla Camera per una svista, ma io penso che ce la faremo perché il Paese lo aspetta, perché le scuole hanno necessità di avere strumenti e indicazioni precise, e le famiglie devono essere coinvolte. Certamente non basterà una buona legge, ma senza questa e senza tutto il lavoro di approfondimento che c'è dietro non si potrebbe arrivare a una cooperazione di tutte le soggetività in questa problematica così complessa e decisiva, essenziale per raggiungere risultati all'altezza delle aspettative, soprattutto di chi ha sofferto di bullismo". (PO / Roc) ////
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