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Assange, caso torna alla camera. Ascari (M5S): ingiustizia mostruosa

Roma, 9 feb - "Fa riflettere che l'unico atto presente oggi in Parlamento su Julian Assange sia un atto del M5S a mia prima firma. Un atto in cui si chiede una tutela per Assange, un giornalista che ci ha permesso di conoscere verità scomode dei governi, in particolare di quello americano, cosa c'era davvero dietro la propaganda sugli interventi in Iraq e Afghanistan". Così Stefania Ascari, deputata M5S, che ha rivolto questa mattina al governo un'interpellanza sul caso di Julian Assange. "Il suo caso - aggiunge - è un'ingiustizia mostruosa, un uomo che si trova da 14 anni a non camminare più libero per la strada non per aver commesso un crimine, ma per aver messo luce su quel livello di potere invisibile, che pretende di rimanere nelle tenebre e poter agire indisturbato. Il caso Assange non riguarda solo l'uomo, ma il giornalismo e soprattutto tutti noi, perché c'è in gioco la libertà di informazione e di espressione e qualora venisse condannato ed estradato negli Usa, dove rischia fino a 175 anni di carcere, verrà mandato un messaggio intimidatorio: chi si permette di rivelare crimini verrà punito e questo è inammissibile". "Vorrei ringraziare - conclude la deputata pentastellata - tutti i cittadini che si sono mobilitati, Free Assange Italia, la moglie Stella Morris, i figli che sono davvero dei guerrieri. Non può essere un crimine rivelare un crimine". Il viceministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, ha assacurato in aula che "il governo italiano segue come sempre con attenzione la vicenda come altre, ma non intendiamo prendere una posizione nel rispetto dell'autonomia del sistema giudiziario, in generale, e di quello britannico, anche perché riteniamo sacrosanto il principio della separazione dei poteri e, in particolare, l'autonomia del potere giudiziario, per noi essenziale per la democrazia stessa. È l'approccio, d'altro canto, seguito dai governi precedenti, anche dove i 5 Stelle erano il partito leader della coalizione e, ovviamente, anche dai nostri partner internazionali". "Sul discorso della sudditanza di questo governo agli Stati Uniti - aggiunge Cirielli - oltre la lealtà e la fedeltà, logica, alle nostre alleanze in base al diritto internazionale, rimandiamo a video dove il premier Conte allora parlava con il presidente Trump degli Stati Uniti. Siamo certi che le decisioni che verranno prese dalle autorità competenti britanniche saranno rispettose delle disposizioni internazionali in materia di protezione dei diritti umani". (PO / Roc) ////

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