Roma, 28 feb - La patente punti per le imprese edilizie, così come è stata pensata dal governo non è sufficiente: parola di Cecilia Guerra, deputata del Partito democratico, che a margine di una conferenza stampa sulla sicurezza sul lavoro, spiega che “intanto il campo di applicazione è molto limitato. Sono escluse tutte le società con la Soa”, la certificazione obbligatoria per la partecipazione a gare d'appalto per l'esecuzione di appalti pubblici, “che però ha un'altra funzione, di avvio ai lavori e non di come vengono svolti”. Inoltre “riguarda solo l’edilizia e quindi è molto limitata in questo, ma in più ha un impianto sanzionatorio molto leggero: basti pensare che un soggetto che è andato sotto i 15 punti, che quindi non dovrebbe più avere la patente per potere lavorare, in realtà se viene scoperto a lavorare a solo un'ammenda fra i 12 e i 16mila. Di fatto gli conviene rischiare”. E ancora: “la morte sul lavoro con colpa riconosciuta in capo al datore comporta necessariamente a sospensione del lavoro, che però può essere recuperata con dei corsi di formazione che sarebbero già obbligatori. Questo è quello che adesso sappiamo, e non ci piace”. Nessuna chiusura di principio per uno strumento pensato già dal 2008, ma la richiesta è quello di definirne i dintorni insieme alle opposizioni. “Non si può pensare a uno strumento come quello per la patente di guida, in cui se perdo i punti mi fanno fare di nuovo l'esame. Qui ci sono in ballo delle responsabilità molto grosse: parliamo di persone che per esempio hanno fatto lavorare i loro lavoratori senza protezione per non cadere dall'alto, o senza le tutele sicure in caso di pericolo di impantanamento e annegamento, che non usano i dispositivi quando lavorano con sostanze nocive. Sono cose gravissime, per cui bisogna prevedere delle sanzioni”. Secondo Guerra, "è fondamentale impedire l'accesso agli appalti pubblici, ma anche togliere i benefici fiscali e contributivi di cui le imprese godono”.
(PO / Sis)
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