Roma, 20 mar - "Domenica la premier Meloni ha riaperto di fatto a 360 gradi le relazioni con l'Egitto: è ovvio che in questa situazione complicata a livello internazionale serva discutere con l'Egitto di quanto sta accadendo a Gaza. Non è che si condanni l'idea in sé che si parli con l'Egitto, però c'è una questione di orgoglio nazionale e onore della patria, ovvero il fatto che noi non possiamo semplicemente limitarci a pensare che la presidente del Consiglio, prima del colloquio con Al Sisi, spenda due parole di circostanza su Giulio Regeni". Così Lia Quartapelle, deputata Pd, annunciando in una conferenza stampa alla Camera la presentazione di una risoluzione sui rapporti con l'Egitto, insieme alla deputata dem Laura Boldrini e al segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni. "Ci vuole un segno chiaro - aggiunge - e questa risoluzione offre al governo questa opportunità, dicendo che noi riapriamo il dialogo e il confronto ma sulla questione dei diritti umani, sulla repressione interna, e diciamo di no alla fornitura delle armi di piccolo calibro che utilizza la polizia egiziana, perhé la natura del regime di Al Sisi è quella di un regime repressivo, crudele. Un regime che 8 anni fa ha rapito, torturato e ucciso un cittadino italiano, che continua a farlo con i cittadini egiziani che dissentono: su questo l'Italia deve dire che non ci sta. Credo che i parlamentari di destra avranno difficoltà a dire di no: presenteremo la risoluzione in commissione, avviando l'iter al più presto possibile". Alice Franchini di EgyptWide sottolinea che "dal 2013 ad oggi l'Italia non ha mai sospeso le forniture di armamenti all'Egitto e il perseguimento di partenariati in settori strategici che hanno rafforzato il potere dei militari in quel paese". Niccolò Radice dei Giovani democratici, invece, evidenzia come "vedere una presidente del Consiglio che assieme agli altri laeder europei stacca un assegno da 7 miliardi a un dittatore per noi è incomprensibile". (PO / rOC) ////