Roma, 17 apr - “Lunedì scorso abbiamo visitato il CPR di Ponte Galeria e abbiamo potuto constatare quella che è la realtà comune di tutte queste strutture sparse per l'Italia: sono dei centri di vera e propria detenzione di persone che non per forza hanno commesso un reato che giustifichi quella detenzione. La loro colpa è semplicemente quella di non avere la possibilità, come nessuno ce l'ha, di entrare in Italia e viverci regolarmente. Questi ragazzi che abbiamo visto imprigionati in queste gigantesche gabbie con un pavimento di cemento e null'altro, stanno chiusi tutto il giorno senza la possibilità di fare nemmeno attività ricreative perché manca il personale necessario a garantire un'adeguata sorveglianza e hanno tutti quanti, senza eccezione, delle condizioni o di salute o psicologiche e psichiatriche difficilmente compatibili con la detenzione”. Così Rachele Scarpa, deputata del Partito democratico che ha fatto parte di una delle delegazioni organizzate dal Tavolo Asilo e Immigrazione che lunedì 15 aprile hanno ispezionato gli 8 Centri di permanenza e rimpatrio attivi in Italia. Il racconto di Scarpa è molto duro: “Tanti di questi ragazzi – spiega - presentano molte ferite da autolesionismo. Alcuni di loro sono giovani e giovanissimi. Ho conosciuto un ragazzo di vent'anni che però sui documenti con cui è entrato nel centro risulta averne 40. Sono tutte situazioni veramente al limite, che ci dimostrano anche la profonda inutilità dei Cpr”: i rimpatri cui i centri dovrebbero essere propedeutici in molti casi “non avvengono proprio, perché costano, perché spesso non ci sono accordi con i paesi di origine che non se li riprendono indietro, e quindi queste persone diventano semplicemente fantasmi”. Il tutto mentre il nuovo Patto Asilo e immigrazione votato dal Parlamento europeo non va certamente a migliorare le cose: “Chiaramente anche il fronte europeo non aiuta se la direzione che diamo come Unione europea, è quella di persistere con un sistema di accoglienza che non fa altro che gestire l'illegalità cercando di allontanarla e non dà strumenti per regolarizzare, per distribuire e per organizzare in modo solidale l'accoglienza. Così non andremo chiaramente da nessuna parte”. In Europa il Pd ha votato no al nuovo Patto, così come per motivi opposti ha fatto parte della maggioranza (la Lega): uno delle principali sconfitte per l’Italia è il mantenimento del Regolamento di Dublino sui paesi di primo approdo: “Una situazione veramente inamovibile – concorda Rachele Scarpa - e per me personalmente è inspiegabile. La solidarietà europea è superare questo scoglio del primo paese in cui le persone arrivano, che deve gestire tutto. Sarebbe una dimostrazione di civiltà, ma anche di razionalità e lucidità nella gestione di un problema che, è evidente, che non ha dimensione nazionale ma a dimensione europea. Quindi noi chiediamo che si superi questo e che si vada verso un'impostazione completamente diversa dell'accoglienza”.
(PO / Sis)
(© 9Colonne - citare la fonte)