Roma, 19 apr - Dalla A di amore alla Z di zitella, passando per bellezza, cittadinanza, genere, maternità: 21 parole, una per ogni lettera dell’alfabeto, per ricostruire la storia d’Italia sotto la lente delle donne. É l’idea alla base del ‘lemmario’ di Lidia Pupilli e Marco Severini. Tra tutte queste, secondo la deputata del Pd Irene Manzi, ospite della presentazione del volume oggi alla Camera, quella più cogente è “discriminazioni” “perché si lega direttamente anche a quelle due parole, consultori e aborto, che ieri tra l'altro hanno animato l’aula e la nostra battaglia politica, perché qui siamo all'attualità”. Il riferimento è ovviamente all’emendamento fatto inserire da Fdi che aprirebbe le porte dei consultori pubblici alle associazioni cosiddette pro-vita, ossia contrarie all’aborto. “Quello che è stato inserito all'interno del decreto Pnrr, quello che trovo quotidianamente nel depotenziamento in tante regioni della rete dei consultori, non va che ad aggravare proprio quelle discriminazioni tra territori, tra parti del paese, tra donne che quotidianamente devono contrastare una politica spesso molto ferma a un secolo fa, una visione anche piuttosto arretrata e piuttosto conservatrice della donna”. Nel volume di Pupilli e Severini c’è spazio anche per un focus sul ‘pacifismo femminista”: “in una quotidianità che ci troviamo a vivere in cui la parola guerra è molto spesso pronunciate, la violenza delle immagini che ci arrivano da tante parti del mondo, il pacifismo in questo caso declinato al femminile penso che sia una chiave molto interessante da continuare a studiare e praticare”. Secondo Irene Manzi “abbiamo bisogno, oltre che di leadership femminili, mi verrebbe da dire anche di leadership femministe, anche rispetto alla nostra attuale esperienza nazionale, proprio perché in questo caso è importante che le donne arrivino a conquistare delle posizioni a rompere quel soffitto di cristallo, ma è importante poi poter lavorare per le donne. Ecco perché una leadership femminista a livello europeo sarà molto importante anche rispetto alle politiche rispetto alla donna in alcune parti d'Europa”.
(PO / Sis)
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