Roma, 8 mag - “La riforma che è approdata nell'Aula del Senato non è quella per il centrodestra o per questo governo, è una riforma per l'Italia che intende dare risposta a quella che tutti avvertiamo come la zavorra più pesante per il nostro sistema istituzionale: la mancanza di stabilità degli esecutivi e di continuità dell'indirizzo politico”. Così il ministro per le Riforme istituzionali, Maria Elisabetta Casellati, nel suo intervento di saluto al convegno "La Costituzione di tutti. Dialogo sul premierato" a Montecitorio. Casellati ricorda che “da circa quarant'anni tutte le forze politiche di destra e di sinistra hanno cercato di modificare la forma di governo. La nostra analisi ci ha portato a rintracciare le due principali cause dell'instabilità: la fragilità dei poteri di direzione del Presidente del Consiglio e l'assenza di una normativa istituzionale per la gestione delle crisi di governo”.

Secondo il ministro, “il disegno di legge sul premierato interviene su queste due cause: da un lato rafforza il Presidente del Consiglio perché lo dota di una robusta legittimazione popolare che deriva dall'elezione diretta, dall'altro introduce per la prima volta un'articolata regolazione di tutte le crisi di governo, definendo e disciplinando le soluzioni possibili”. Casellati assicura che “la scelta di fare eleggere il Presidente del Consiglio dal popolo non comporta nessun pericolo di deriva autoritaria, nessuna lacerazione del tessuto costituzionale, nessuna rottura dell'ordine repubblicano. Al contrario, la Costituzione finalmente si riconcilia col principio di sovranità popolare, perché affida agli elettori non solo la scelta dei rappresentanti, ma anche di chi li governerà. Si vuole così restituire pieno valore a un voto popolare che, specie negli ultimi 10 anni, è finito nel cestino notificato da mutevoli e improbabili giochi politici e da governi tecnici che sono una eccezione tutta italiana”.
(PO / Sis)