Roma, 9 mag - L'etichettatura trasparente delle carni in relazione alle condizioni di trattamento degli animali "è stata introdotta in Italia, con decreto del 2022: il ministro ha riferito che ne fanno uso solo 6 mila imprese, che sono pochissime. Perciò gli ho chiesto se non ritiene necessaria l'introduzione di un'etichettatura obbligatoria, attraverso la quale i consumatori possano conoscere la provenienza della carne, come è stato allevato l'animale, se con allevamento di massa o sostenibile, quanti chilometri ha dovuto fare per essere macellato, come è stato nutrito, se gli sono stati somministrati degli antibiotici". Così Julia Unterberger, presidente Gruppo autonomie Senato, che durante il question time ha rivolto un'interrogazione in merito al ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida. "Pertanto - aggiunge - un'etichettura obbligatoria sarebbe un vantaggio per i consumatori, per gli agricoltori virtuosi e il governo potrebbe indirizzare i propri contributi in direzione di quelle imprese a basso impatto ambientale, che rispettano il benessere degli animali".  "Siamo riusciti ad avviare un processo di transizione verso un modello allevatoriale ancor più sostenibile e assicurare la valorizzazione delle produzioni territoriali ed una corretta informazione al cittadino - risponde Lollobrigida - Si tratta di un processo virtuoso, ma che è su base volontaria e che intendiamo sostenere in ogni modo, dando la possibilità di verificare, specie sulla filiera delle carni, l'uso o l'abuso di prodotti come gli antibiotici". "Noi contrastiamo - aggiunge il ministro - qualsiasi tipo di etichettatura condizionante non informativa, come il Nutriscore; non lo facciamo da oggi e non lo facciamo da soli, perché la maggior parte di questa assise ha condiviso la battaglia proposta da Fratelli d'Italia all'epoca con un ordine del giorno che pose l'allora Governo nella condizione di rafforzare l'impegno in Europa ed evitare che questa etichetta divenisse di uso comune". (PO / Roc)