Alle Olimpiadi che questa settimana si aprono a Londra, tra i record da battere ce ne è uno che appartiene a un italiano sessantenne plurilaureato (scienze politiche, scienze motorie, Isef, giurisprudenza e lettere), di professione avvocato, commercialista, revisore contabile, agente di calciatori, giornalista pubblicista, insegnante universitario ma anche ex parlamentare europeo e titolare di una stazione della linea metropolitana di Londra, titolare nel senso che la fermata di Kensigton High ora porta il suo nome: Pietro Mennea. Un omaggio degli inglesi a una stella dello sport mondiale, come il nuotatore Mark Spitz, il pugile Muhammad Alì e il velocista Usain Bolt. L’avvocato Mennea, data l’età, non potrà essere in pista a difendere il suo primato europeo che però si difenderà da solo, come accade regolarmente da 33 anni, da quando, cioè, il 27enne di Barletta decise che si potevano correre i 200 metri in 19 secondi e 72 centesimi. Record mondiale e, naturalmente, record europeo. Era il 12 settembre 1979 , Città del Messico, finale delle Universiadi. Da quel giorno il tempo di Mennea non fu mai più raggiunto da un atleta del vecchio continente e da un bianco. Ci vollero invece ben 17 anni perché l’impresa di togliere a Mennea il record mondiale riuscisse a un afro-americano, Michael Johnson. La gara dei 200 metri è quella che, storicamente e statisticamente, fornisce le migliori prestazioni sulla velocità pura. Dunque per molti anni Mennea è stato anche l’uomo più veloce del creato, potendo vantare una media, sulla distanza, di 36,51 km/h. Partenza lenta, sensazione di non potercela fare in curva e poi una progressione irresistibile negli ultimi 50 metri, talmente irresistibile da consentirgli spesso di tagliare il traguardo con le braccia alzate: così Pietro Mennea – detto anche la Freccia del Sud – è riuscito a diventare il più grande atleta italiano di tutti i tempi. Ha corso da protagonista sulla scena mondiale per circa vent’anni in 528 gare, ha partecipato a 5 Olimpiadi vincendo un oro e due bronzi, ha battuto 2 primati mondiali, 8 primati europei e 33 record nazionali. Un giorno in California incontrò Muhammad Ali. Lo presentarono come l' uomo più veloce del mondo e il grande Cassius Clay lo squadrò sorpreso: "Ma tu sei bianco". E lui: “Sì, ma sono nero dentro”. Quando aveva 14 anni, in via Pier delle Vigne, a Barletta, sfidava le Alfa Romeo su un rettilineo in leggera discesa, lui aveva diritto a un vantaggio di 50 metri e loro dovevano partire a motore spento. In palio c’erano 500 lire. “Noi non avevamo niente e volevamo tutto” ricorda. “ Eravamo cinque figli, quattro maschi e una femmina. Mio padre Salvatore era sarto, mia madre Vincenzina lo aiutava, a me toccavano i lavori più umili: farei piatti, pulire la cucina, lavare i vetri”. Lo scorso 26 giugno Pietro Paolo Mennea ha compiuto 60 anni. A Emanuela Audisio, di Repubblica, ha detto: “Non ho rimpianti Rifarei tutto, anzi di più. E mi allenerei otto ore al giorno. La fatica non è mai sprecata. Soffri, ma sogni”.
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