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direttore Paolo Pagliaro

TAX CREDIT, AMENTA:
COSI' FERMANO IL CINEMA

TAX CREDIT, AMENTA: <Br> COSI' FERMANO IL CINEMA

Entrare nella sede romana della casa di produzione dei fratelli Simonetta e Marco Amenta è come varcare la soglia di un mondo a parte. Il traffico di piazzale della Radio improvvisamente si spegne in un borghetto di caseggiati, stradine, ballatoi ed un cortile centrale dove non stupirebbe vedere razzolar galline o sentire il muggito di una mucca. Quella che fino agli anni ’50 era una vaccheria oggi è un hub di uffici – tra le migliori operazioni di recupero delle aree dismesse del quadrante Ostiense - in cui la creatività è di casa: abitato da architetti, designer, raffinati artigiani e da una officina molto speciale, dove si mescolano calate romane e siciliane in una call con Parigi e vengono costruite storie di donne fiere e coraggiose, come l’ultimo film “Anna”, in sala da aprile, film a piccolo budget che ha già fatto incetta di diversi riconoscimenti - dal Fedic alle “Giornate degli Autori” dell’80ma Mostra del Cinema di Venezia ai premi del Porretta Terme film festival e del Cinemed di Montpellier -, oltre ad essere selezionato in numerose kermesse. Un forte legame con le realtà produttive d’Oltralpe è il marchio di fabbrica di Eurofilm e dei suoi film girati da Marco Amenta (che ha spiegato ai francesi cosa fosse il berlusconismo con il suo docufilm del 2013  “Silvio mon amour” in prima serata sulla tv pubblica francese France 5). Tutti prodotti dalla sorella Simonetta Amenta fin dagli esordi nella natia Palermo con lavori di forte denuncia su temi di mafia: dalla docufiction “Il Fantasma di Corleone” del 2006 su Bernardo Provenzano (prodotto con Ard-Germania e Arte France, nomination ai David di Donatello ed ai Nastri d’Argento) al primo lungometraggio del 2008, “La siciliana ribelle”, coprodotto con R&C, Rai e Roissy Film. Il film – che segue il documentario pluripremiato del 1997 “Diario di una siciliana ribelle” - ottiene due nomination ai David di Donatello ed una ai Nastri d’Argento, va in concorso con grande successo nella sezione “Alice nella Città” al Festival di Roma, viene selezionato in oltre trenta festival e distribuito in tutto il mondo. “Diciamo ogni tanto all'estero che siamo una family business… Con il nostro storico collaboratore Niccolò Stazzi che mi diverto a chiamare il terzo fratello” sorride Simonetta Amenta, 50 anni, palermitana, una forza gentile e schietta, ex campionessa di kayak con la passione per l’economia, vincitrice nel 2006 del premio come “miglior produttore” a L’AltroCinema FF e ad Etruria Cinema, dallo scorso dicembre presidente della Associazione Generale Industrie Cine-Audiovisive Indipendenti (Agici) che rappresenta dal 2007 ad oggi circa 100 aziende in tutta Italia con cui - come spiega al format di 9colonne “Ciak, Azione!” a cura di Cesare De Simone – “stiamo portando avanti una battaglia, faticosa, con proposte concrete che possano aiutare a fare delle leggi che mantengano la possibilità per società medio-piccole di continuare a produrre. Per il cinema il momento è critico perché ci sono delle proposte ancora non ufficiali da parte del governo per cambiare la legge cinema che propongono degli accessi al tax credit molto selettivi e questo rischia di tagliare fuori alcune aziende medio piccole. Eppure dal punto di vista creativo secondo me siamo in un momento molto interessante, ci sono opere prime, seconde, film di ricerca e sviluppo interessanti anche a piccolissimo budget che partecipano a festival. Questo è sintomo di creatività ed energia. E proprio per questo è un cinema che va supportato ed aiutato”.

Alla presidenza di Agici, Simonetta Amenta ha raccolto il testimone da Marina Marzotto (founder e senior partner di Propaganda) a riprova che l’associazione punta molto sul lavoro femminile proprio per dare una chiara indicazione in tal senso al settore, aprire una via per rompere il tetto di cristallo che permane anche dietro la macchina da presa. “Esiste ancora un’enorme differenza tra i registi uomini e donne in termini numerici e ovviamente non qualitativi – spiega - mentre a livello di produttrici devo dire che siamo un numero consistente. Dal punto di vista tecnico le donne nel cinema stanno crescendo ma restano sicuramente in numero minore. Spesso capita di leggere risultati in cui su 10 progetti finanziati solo due sono di donne… per non dire 10 a zero. Per questo dovrebbe esserci, anche a livello statale, un supporto maggiore per aiutare le donne ad andare avanti. Bisognerebbe trovare un sistema per lasciare spazio alla creatività femminile”. Gli stessi film di Marco Amenta (55 anni e a 22 anni già fotoreporter in Francia) prodotti da Eurofilm trattano di “temi sociali, forti, con al centro donne” ricorda la produttrice. “Da ‘La Siciliana ribelle’ del 2008 che ha vinto premi un po’ in tutto il mondo ed è stato distribuito in America a l’ultimissimo ‘Anna’, distribuito nei cinema ad aprile, ancora un film di denuncia. La storia di una ragazza (interpretata da una sanguigna Rose Aste, ndr) a cui vogliono togliere la sua terra per costruire un grande resort e che si ribella a questa forma di violenza legata al potere di una multinazionale. Un fatto vero accaduto ad un anziano sardo (Ovidio Marras, il pastore contadino 90enne che con una prima azione giudiziaria nel 2018 impedì alla Sitas, poi fallita, la costruzione di un mega resort a Capo Malfatano e la cui storia finì anche sul New York Times, ndr) e che si ispira anche a Roberta, la protagonista del nostro documentario ‘The lone girl’ (co-produzione con la società belga Panache Production del 2018, ndr), una ragazza che gestisce da sola una fattoria di vacche maremmane”. Simonetta Amenta indica il plastico alle sue spalle con cui si ricostruisce l’operazione di tentata speculazione del resort sardo al centro di “Anna” - in questi giorni nelle sale -, coprodotto con Raicinema, Videa Next Station, Inthelfilm e Mact Production (Francia) e realizzato con il supporto di Regione Autonoma della Sardegna, Fondazione Sardegna Film Commission, Eurimages, Mic, Regione Ile de France. Un film che segue peraltro il docufilm prodotto nel 2002 da Eurofilm ancora dalla Sardegna: il docufilm “La bella addormentata” di Vanni Gandolfo sulla storia del progetto architettonico anni ‘70 della Costa Smeralda). “Per noi i film devono dire qualcosa – prosegue la produttrice siciliana che ha scommesso anche su esordi nei lungometraggi come quelli di Stefano Di Polito con il suo “Mirafiori Lunapark” del 2014 e di Federico Cruciani con il suo “Il Bambino di Vetro” del 2015, ambientato a Palermo -. Per noi è importante mandare un messaggio. Non pretendiamo ovviamente di cambiare il mondo però ci piace dire qualcosa e lo facciamo attraverso la nostra cinematografia”.

In fase di sviluppo, in tal senso, c’è il film “Polvere rossa” che Marco Amenta vuole dedicare alla tragica vicenda dell’Ilva di Taranto, scritto con Giancarlo De Cataldo e coprodotto con Mibac, Apulia Fc e la francese Chic Film. Ed ancora un film “un po’ diverso da quelli nostri soliti, meno drammatico ma sempre con un tema sociale, con una protagonista donna e sempre tra l’Italia e la Francia. Abbiamo preso i diritti di un libro che si chiama ‘Le piccole libertà’ ed è da lì appunto che partiremo per questa nuova avventura… Poi stiamo lavorando ad un’altra commedia in cui ci sono ancora delle donne, quasi mamme ed un altro film in co-produzione con la Francia che si chiama ‘Il registro’, sempre diretto da mio fratello Marco”. Lo sguardo di Eurofilm verso Oltralpe non dimentica la realtà del cine-audiovisivo siciliano, fungendo da anello di congiunzione tra Francia e mediterraneo. Nel 2008 Amenta ha prodotto con la Regione Siciliana il documentario “Fuori rotta” per la regia del palermitano Salvo Cuccia e due road movie del fratello Marco, “Magic Island” del 2016 co-prodotto con la Regione Sicilia, Mediterranea Film Paris e la Region Ile de France, candidato ai David di Donatello ed ai Nastri d’Argento, viaggio toccante nelle sue origini siciliane del cantante pop italo-americano, Andrea Schiavelli, figlio del noto attore Vincent, uno tra i più celebri caratteristi del cinema americano, premiato al Salina Doc Fest. E “Tra le onde” del 2021, coprodotto con Achab Film e Oberon Media, con il sostegno della Sicilia Film Commission e la Regione Sardegna, vincitore al Roma Indipendent Film Festival del premio al “miglior interprete” per il protagonista Vincenzo Amato. “L’audiovisivo è sicuramente una leva di sviluppo molto importante per il Sud – sottolinea Simonetta Amenta -. Montalbano ci ha insegnato che esiste proprio il turismo legato alle location. Anche per questo le Regioni investono molto nelle produzioni e le aiutano con supporti economici a girare sul territorio. In particolare in Sicilia negli ultimi anni si è sviluppato fortemente l’industria, sono cresciute anche le persone delle troupe, è un set continuo. E certamente aiuta molto una terra come la mia, ricca di sole, di mare, montagne, neve, vulcani. Quindi venite a girare in Sicilia che è una terra meravigliosa e anche molto accogliente, per non parlare del cibo!”.  Infine la produttrice di Eurofilm risponde alle due domande di rito del format “Ciak, Azione!”: “Un minuto per convincere chi non va al cinema a farlo? Andate perché è uno spettacolo in tutti i sensi, è una magia. Si esce dal quotidiano, ci si stacca dai telefonini, è un momento veramente in cui si può creare una unione fra noi spettatori, gli attori e le storie che ci raccontano. Questo non avviene a casa davanti anche ai nostri megaschermi perché abbiamo la tv, le distrazioni, facciamo la cena, il bicchiere d’acqua… Al cinema è uno spettacolo diverso, si entra in un mondo diverso e ci si gode per due ore uno spettacolo. Ai miei colleghi e a me stessa dico: cerchiamo di fare film belli perché sono quelli che riportano le persone al cinema”. Tre film da salvare? “Partiamo dal più recente, ‘Anatomia di una caduta’ vincitore soltanto di un Oscar, quello alla sceneggiatura. Per me un film fortissimo con una donna protagonista. Film psicologico, veramente bello. Poi andrei in Sicilia con ‘Nuovo cinema Paradiso” di Tornatore, un film che mi ha accompagnato nella mia crescita cinematografica. E Lezioni di piano, film bellissimo, una storia d’amore, un’altra donna protagonista, un’altra donna regista”. (17 giu - red)

 

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