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direttore Paolo Pagliaro

Nel nuovo mondo
l’Europa è fragile

Nel nuovo mondo <br> l’Europa è fragile

di Paolo Pagliaro

Il consiglio europeo, che oggi è tornato a riunirsi, dovrà prendere atto che nei cinque anni dell’ultima legislatura il mondo è profondamente cambiato ed è cambiata l’Europa stessa. Sono eloquenti le informazioni messe a disposizione dal servizio studi del Senato e dall’ufficio rapporti con l’Unione Europea della Camera. Parlano di guerra, armi e sanzioni. E sono impressionanti i dati sulla competitività elaborati da Riccardo Gallo e diffusi dall’Osservatorio delle Imprese dell’Università La Sapienza. In questi cinque anni Stati Uniti, Gran Bretagna e Giappone sono crollati. L'Arabia Saudita ha fatto un grande balzo in avanti, così come gli altri paesi asiatici. L'Italia – dopo la parentesi del governo Draghi - ha ripreso a perdere posizioni. Eccelle in infrastrutture sanitarie e ambientali, ma è fanalino di coda nel mondo per finanza pubblica e fisco.
La competitività ha due aspetti: uno è la capacità di una singola impresa di conquistare quote di mercato. L’altro riguarda la capacità del singolo paese di attrarre investimenti dall’estero. I due livelli ovviamente interagiscono e l’indice che li misura è lo specchio della vitalità economica. Gallo – economista che in anni recenti è stato l’ispiratore di una misura rivitalizzante come il superammortamento - spiega le difficoltà dell’Unione Europea anche con la scarsa integrazione tra i paesi che ne fanno parte: mentre la Germania perdeva ben 7 posizioni trascinando con sé tutto il polo centro-orientale, dalla Bulgaria all’Austria alla Polonia, altri come il Belgio, la Danimarca e la Grecia scalavano la classifica mondiale. Nel nuovo ordine globale eccellono arabi e asiatici, e un’ Europa che li affronta in ordine sparso è destinata a soccombere.

(© 9Colonne - citare la fonte)