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Verona, per Tommasi
la partita più difficile

Verona, per Tommasi <BR> la partita più difficile

Vittorino Beifiori

L'esperimento politico veronese, dove uno sconosciuto alla politica ed estraneo ai giochi di partito, Damiano Tommasi, ha vinto le elezioni diventando Sindaco, ha assunto una valenza nazionale.
Partiti assimilabili a cariatidi e nuovi movimenti, parti dei quali grondano solo di presunzione, hanno trovato il papa straniero giusto, visto che da decenni non sanno esprimerne uno proprio, per entrare in campo. Immagine appropriata, visto che il nuovo Sindaco é stato un calciatore di successo, avendo fatto parte per ben 25 volte della Nazionale di calcio.
In assenza di una vera opposizione in Consiglio comunale, era inevitabile che succedesse un incidente all'interno, cioé una crisi. L'occasione é stata la discussione sull'utilizzo di un'area di 1,5 milioni di mq., denominata Marangona, inutilizzata da 50 anni. Credo che mai un argomento sia stato dibattuto quanto questo, benché chi ne ha parlato , nella stragrande maggioranza, abbia ammesso di non aver letto né il Masterplan relativo, né l'accordo di programma, che ne ha affidato ad un Consorzio pubblico locale la realizzazione.
Non è intervenuto nel dibattito chi sapeva tutto, appunto il Consorzio pubblico; il Consiglio comunale ha votato un articolo, secondo cui l'unica opera che si realizzerá nei prossimi lustri ad opera di un privato secondo tutti i suoi legittimi disegni, é di interesse pubblico, senza peraltro nominarne uno, per rendere possibile la valutazione da parte dei contribuenti.
All'interno della maggioranza e dei sostenitori del Sindaco é nato un dibattito duro, increscioso e a composizione variabile, che nemmeno un caleidoscopio potrebbe rappresentare. Alla fine é emerso che la quasi totalitá della squadra non é stata agli ordini dell'allenatore, non lo ha rispettato, chiedendo di estromettere dalla rosa un compagni reo di aver votato contro il provvedimento.
Giorgio La Pira, in una seduta del Consiglio Comunale nel quale cresceva l'ostilitá dei Consiglieri nei suoi confronti, dichiarava: "...io ve lo dichiaro con fermezza fraterna ma decisa: voi avete nei miei confronti un solo diritto: quello di negarmi la fiducia!".
Nel frattempo é cambiata la legge elettorale e i Consiglieri quel diritto lo hanno, ma spuntato, perché il Sindaco é eletto direttamente dal popolo e lui soltanto puó mandare a casa tutti.
Nel gioco del calcio il campo, le porte e il pallone sono eguali per tutti: fuoriclasse, mediocri e schiappe. Il goal é il bene comune, non l'imposizione della propria opinione.
Il dissenso, ha piú volte ripetuto Damiano Tommasi, "con me é ammesso". La Glasnost ha reso famoso Michail Gorbaciov quanto la Perestroika.
Una nota stagionale: quando fa troppo caldo é piu utile rinfrescarsi che aumentare i giri del mantice.
Gianni Brera accusava Mario Corso di scegliere la parte ombreggiata di San Siro nelle giornate primaverili, quando il sole viene definito "malato"; Nicoló Carosio, il principe dei radiocronisti, diceva invece "che Mariolino Corso si impossessava della palla, la schiaffeggiava gentilmente con el pie izquierdo de Dios". Moratti non se ne privó mai, anzi quando HH ne pretese la cessione con piú insistenza, gli regaló una Mercedes Pagoda.
Molti osservano l'esperienza veronese. Il suo fallimento provocherá certamente, tra l'altro, un aumento degli astenuti alle prossime elezioni.

(© 9Colonne - citare la fonte)