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Dl carceri, Cucchi (Avs): 67 suicidi nel 2024, occorreva partire da sovraffollamento

Roma, 1 ago - “Si poteva partire da dove occorreva partire: dal rispetto dei diritti umani. Cosa che evidentemente, secondo il pensiero di qualcuno, non rientra tra le priorità e tra le emergenze di questo paese. Per la sottoscritta, invece, come per tanti suoi colleghi, rientra tra le cose assolutamente più urgenti da fare mettere mano al sistema carceri, ma metterci mano in maniera seria, partendo dai problemi urgenti da affrontare. E il problema più urgente di tutto quello che ci indica la situazione delle nostre carceri e il numero spaventoso di suicidi”. Ilaria Cucchi oggi, in dichiarazione di voto per Alleanza Verdi Sinistra al Senato sul dl Carceri, ha letto i nomi dei 67 tra detenuti e agenti che nel solo 2024 ci sono tolti la vita in uno degli istituti penitenziari italiani. Una quantità enorme, sottolinea Cucchi, “e questo deve farci riflettere, deve farli riflettere. È vero che abbiamo bisogno di nuove assunzioni, perché occorre dire la verità: in carcere ci si rende conto che a soffrire sono anche gli agenti e tutti gli operatori che vi lavorano. Ma non si può ignorare il principale problema delle carceri, quello che porta la gente a togliersi la vita e che si chiama sovraffollamento. E a quello bisogna porre fine”. Secondo l senatrice Ilaria Cucchi “non bisogna essere degli esperti per rendersi conto che, in fondo, non ci vorrebbe poi tanto a ridurre il sovraffollamento: basterebbe un po’ di buona volontà, perché una grossa percentuale è composta per esempio da detenuti tossicodipendenti che dovrebbero essere curati in strutture più adeguate, da detenuti affetti da problemi a volte anche gravi e di tipo psichiatrico che diventano un problema, un pericolo per se stessi e per gli altri e che anch'essi dovrebbero essere seguiti in strutture più adatte, e non lasciati lì costituendo poi un aggravio di energie anche da parte degli agenti di polizia penitenziariam che oltretutto non hanno nemmeno una formazione sufficiente, direi, per gestire ormai le situazioni ordinarie”. Pensiamo poi “a chi è in carcere ancora in attesa di giudizio, pensiamo a chi vi è per i cosiddetti reati minori: già così, facendo un po’ di calcoli, direi che il problema sarebbe in parte risolto. E poi soprattutto, possiamo dirlo, dobbiamo dirlo: bisogna smetterla di introdurre nuovi reati ogni due per tre”.

(PO / Sis)

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