Il ministro delle Finanze italiano é un abile navigatore, fra i flutti leghisti e le elucubrazioni governative. Meriterebbe la riesumazione del ministero della Marina Mercantile, da affidargli a vita.
Il nuovo Patto di Stabilitá europeo, da lui trattato e approvato, impone di presentare entro il 20 di settembre di ogni anno, e per sette anni, un piano di rientro dal debito. Al meeting di Rimini, dove viene adorato esclusivamente il dio irenismo, si é peritato, senza vergogna apparentemente, di criticare il suo operato, non ammettendo almeno, se del caso, di essere stato sconfitto.
Il governo "pancia in dentro e petto in fuori" racconta attraverso il suo ministro piú importante, sempre quello delle finanze, la vicenda dei rapporti con l'UE nell'ambito economico una volta colpevolizzando la burocrazia della Comunitá, una volta i governi precedenti, di cui pure il nostro aveva fatto parte con le stesse mansioni, una volta cambiando l'arbitro, il Ragioniere generale dello Stato, confermato un anno prima.
L'Ufficio parlamentare di bilancio ha calcolato che per riproporre misure scadenti a fine anno necessitano circa 18 miliardi di euro. Affidarne il buon esito come fanno quasi tutti i governi alla lotta all'evasione fiscale, é una duplice scorrettezza per i contribuenti onesti: perché pagano e perché nessun governo ha mai esibito lo scalpo intero dell'evasione. Sempre l'Ufficio parlamentare di bilancio stima in 650 miliardi i sussidi fiscali, che causano minor gettito fiscale per 105 miliardi, piú o meno l'importo dell'evasione fiscale. Il governo del rinnovamento della Patria potrebbe iniziare con i primi tagli.
La comparazione dei Fondi del PNRR ai piani quinquennali sovietici, anche se fosse scherzosa, non solo zoppica ("comparationes semper claudicant"), ma oscura la fama di bocconiano del ministro: la nostra é una libera economia, mentre quella sovietica era solo statale. Noi siamo in democrazia, lá erano in una dittatura. Persino a Carnevale occorre aver buongusto negli scherzi.