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CITTADINANZA, IN MOLISE
IL BORGO DEI PARADOSSI

CITTADINANZA, IN MOLISE <BR> IL BORGO DEI PARADOSSI

“Alle 9.42 del 20 agosto Franco Spedaliere apre il registro e inizia a trascrivere l'atto di nascita di C. M. W. nato nello stato di San Paolo in Brasile. Riempie un quarto di pagina con tutti i dettagli del documento arrivato in copia via corriere e poi si ferma. Dovrebbe annotare anche le tre separazioni e i due divorzi del signor W. ma nell'ufficio sono entrate delle persone per il rinnovo della carta d'identità, non ha più tempo da dedicare agli iscritti all'Aire, l'anagrafe degli italiani residenti all'estero”. Lo si legge in un articolo de La Stampa dedicata al comune di Montorio nei Frentani, un piccolo paese del Molise a 30 chilometri da Termoli che da alcuni anni assiste “impotente a un fenomeno che rischia di travolgerlo”. “Ormai lavoro più per i residenti all'estero che per quelli italiani” spiega Spedaliere, responsabile dell’ufficio anagrafe. A Montorio abitano 361 persone e all'estero si è creata una comunità due volte più grande. Al momento sono 706, di cui 113 vivono in Argentina e 52 in Brasile, ma aumenteranno ancora nei prossimi mesi, creando non poche difficoltà a questo piccolo borgo arrampicato su una collina da cui si vedono le isole Tremiti e quelle della Dalmazia. L'atto trascritto il 20 agosto da Franco Spedaliere è il numero 64 dall'inizio del 2024. In sospeso ci sono altre 100 trascrizioni, il quadruplo rispetto all'anno scorso quando il registro è arrivato a quota 40 e già sembrava una cifra record. Come se vi fosse stata un'improvvisa esplosione di neonati in questo comune che invece ha festeggiato come un evento l'unica nascita avvenuta nel 2023 mentre nel 2024 di bebè non c'è traccia. “È l'effetto dell'emigrazione virtuale creata dalla norma che garantisce la possibilità a chiunque di ottenere la cittadinanza iure sanguinis se si ha un antenato italiano e se nel ricostruire la genealogia non ci siano rinunce – spiega il sindaco Nino Ponte –. Un secolo fa eravamo uno dei paesi da cui partivano più persone, la maggior parte verso l'America del Sud. Dopo la seconda guerra mondiale abbiamo avuto un'altra ondata di migrazione verso Canada e Stati Uniti: il nostro paese si è svuotato. Ora, grazie a questa norma, stanno tornando ma non fisicamente come un tempo”. (4 set - red)

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