“Sapevo che Parigi 2024 sarebbe stata una grande sfida, diversa da Tokyo 2020, forse anche più difficile e questo ha reso tutto più straordinario”. Così, in una intervista al Corriere della Sera, la 23enne Carlotta Gilli, la campionessa paralimpica di nuoto che torna da Parigi con un bottino di cinque medaglie, come a Tokyo. “Alla vigilia nulla era scontato. Per questo, quando ero sul podio con quell’ultimo oro mi sono passati davanti questi tre anni, mi è sembrato di essere sulle montagne russe, fra cadute e risalite” anni che “sono stati complicati. Ho spesso interrotto la preparazione per girare fra ospedali, interventi, visite. Mi hanno trovato un osteoblastoma alla colonna vertebrale, molto vicino all’osso, poteva essere pericoloso, anche intervenire. Ho ancora una operazione da fare nelle prossime settimane”. Ma, aggiunge, non ha mai pensato di mollare: “La vita mi ha insegnato a non fermarmi davanti agli ostacoli e ho fatto il possibile per esserci. Volevo godermi le emozioni che solo il nuoto sa regalarmi” e “potersi confermare con cinque medaglie è stato bellissimo, anche più che a Tokyo perché, oltre ai problemi che ho avuto, c’era il pubblico, gli amici, la famiglia. Per esserci si sono strette a me tante persone, ci terrei a dirlo. La Federazione mi è sempre stata vicina. Il mio allenatore Andrea Grassini e il mio preparatore Pier Carlo Paganini mi hanno aiutato in piscina. Il personale dell’Ospedale Molinette a Torino, il professor Berguì, i dottori Martorano e Ravera lo hanno fatto dal punto di vista sanitario”. E poi c’è nonna Rina: “Sempre presente alle mie gare. Mi dice: se ci credi, prova”. (5 set – red)
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