“Gennaro Sangiuliano è del tutto inadeguato a svolgere il suo ruolo e se ne deve andare. Non tanto per l’affaire Boccia, comunque desolante perché svela uno scarsissimo senso delle istituzioni, ma per i danni irreparabili che sta arrecando a un dicastero di altissimo pregio, custode del patrimonio, della cultura e dell’identità italiana”. Lo afferma l’ex ministro Giovanna Melandri in una intervista a Repubblica. “Meloni parla di amichettismo di sinistra? Accipicchia, e questo cos’è? ‘Amantismo’ di destra? Spero che, adesso, la presidente del Consiglio la smetta di fare la vittima” aggiunge l’ex direttore del Maxxi. Dalle parti di Palazzo Chigi sentono odore di complotto…. “E basta! Ogni volta che hanno un problema denunciano trame oscure contro di loro. Dimostrassero di saper guidare questo Paese rispettando la sacralità delle istituzioni, anziché calpestarle. La premier instilli la cultura di governo in ministri che usano il potere in chiave proprietaria. E aggiungo: se il caso Boccia serve per illuminare i guasti di Sangiuliano, può essere persino utile”, “ha creato un clima interno di caccia alle streghe, terrorizzando tutte le persone di valore che ci lavorano. Per verificarne la fedeltà ha tenuto ferma a lungo la macchina amministrativa. Storici dell’arte, archeologi, architetti hanno vissuto brutti momenti”, “molti prima di lui, inclusa la sottoscritta, hanno sempre rispettato la lezione di Spadolini che chiarì molto bene la distinzione tra l’indirizzo delle politiche pubbliche e l’autonomia delle amministrazioni. Pensiamo al cinema: è in ginocchio, c’è gente che non lavora da mesi a causa della paralisi del tax credit, ora riformato con nuovi criteri selettivi affidati a commissioni che saranno composte solo da sodali. Gli studios di Cinecittà, prima pieni, sono mezzi vuoti. I player internazionali fuggono. Per non dire delle mostre: il ministro pretende di decidere temi, curatori, opere. Alla Galleria d’arte moderna ha imposto di farne una su Tolkien e un’altra sui futuristi. In barba all’autonomia dei musei. Mai visto nulla di simile”. Ed in merito alla riforma delle fondazioni liriche sostiene che nasce “per togliere il potere ai sindaci”. Obiettivo finale, per Melandri, “smontare l’egemonia culturale della sinistra. Che è solo nella loro testa un po’ paranoica. La verità è che volevano affermare una cultura, ma hanno solo afferrato posti”. (5 set - red)
(© 9Colonne - citare la fonte)