Il rimpasto deciso da Zelensky, secondo il presidente di Eurasia Ian Bremmer, serve soprattutto a “formare una squadra di governo più compatta, allo scopo di sostenere il ‘piano per la vittoria’, che definirà le condizioni per chiudere la guerra”, “sa che non può continuare a combattere come negli ultimi due anni. Questo è in parte il motivo dell’offensiva a Kursk, cioè avere più influenza per un eventuale negoziato. Capisce che dopo le elezioni americane ci sarà molta pressione a questo riguardo” e si mira quindi ad un congelamento del fronte senza concessioni territoriali con un consolidamento del fronte di Kursk ed un livello di garanzia della sicurezza, affinché i russi non possano riorganizzarsi per poi cercare di prendere altra terra all’Ucraina. “Quindi la vera domanda è come si possa assicurare che Kiev goda di questa protezione, senza una piena adesione alla Nato. Su ciò si sta svolgendo il negoziato” spiega l’analista in una intervista a Repubblica, sottolineando che, in vista della prossima Assemblea Generale dell’Onu, il leader ucraino “ha bisogno di avere in carica la leadership per discutere con Biden e gli altri alleati il suo piano”. Come mai ha sostituito Kuleba? “Conosco abbastanza bene il ministro degli Esteri, molto rispettato dall’Occidente. Però penso che Zelensky lo considerasse troppo indipendente, per gestire questa fase”. E gli altri? “Ha chiesto le dimissioni del ministro della Giustizia e il capo delle industrie strategiche. Queste sono posizioni che soprattutto in Ucraina preoccupano per la corruzione”. (5 set - red)
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