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PUTIN: CRISI DI KURSK
CI HA CONSOLIDATI

PUTIN: CRISI DI KURSK <BR> CI HA CONSOLIDATI

Occidente mandante di tutti i mali. Questo, in estrema sintesi, il concetto – non certo inedito - alla base dell’intervento del presidente russo Vladimir Putin alla sessione plenaria dell'Eastern Economic Forum a Vladivostok. Per il leader del Cremlino la lettura corretta della crisi ucraina è quella secondo cui Kiev e i suoi “paesi sponsor” avrebbero scientemente “abbandonato” le basi di un accordo che, a detta di Mosca, sarebbero state raggiunte nel maggio 2022 a Istanbul proprio “per ottenere la sconfitta strategica della Russia”, ma in questo “l’Occidente collettivo” “non ha avuto successo”. Putin ha affermato che in Turchia “Avevamo praticamente raggiunto tutti i parametri di un possibile accordo di pace con i rappresentanti del governo di Kiev. Eravamo d'accordo su tutto. Inoltre, il capo negoziatore dell'Ucraina, David Arahamiya, che guida ancora la fazione del partito al governo nella Verkhovna Rada, aveva autorizzato questi accordi”, ha sottolineato Putin per il quale a far saltare l’intesa – come già da lui sostenuto in diverse occasioni – sarebbe stato l’intervento dell’allora premier britannico Boris Johnson “il quale – ha detto il presidente russo – come confermato dalle stesse autorità britanniche ha ordinato agli ucraini di combattere fino all'ultimo ucraino. Cosa che sta accadendo oggi nel tentativo di ottenere la sconfitta strategica della Russia”. Putin ha quindi ribadito che “La Russia non ha mai rifiutato di negoziare sull'Ucraina, ma non sulla base di richieste effimere, bensì sulla base degli accordi di Istanbul”.

Il presidente russo ha inoltre parlato dell’offensiva ucraina nella regione di Kursk affermando che l’esercito russo “ha stabilizzato la situazione e ora sta gradualmente spingendo le forze armate ucraine fuori dalla zona di confine”. Secondo Putin, “L’obiettivo del nemico era innervosirci, agitarci, trasferire le truppe da un’area all’altra e fermare la nostra offensiva in direzioni chiave, principalmente nel Donbass” in modo da “bloccarne la liberazione, che è il nostro obiettivo principale”. Ma questa strategia “non ha avuto successo” in quanto Kiev non è riuscita a seminare il panico e a “fomentare la situazione politica interna”. Al contrario, la provocazione di Kiev ha portato “al consolidamento della società, come sempre accade in questi casi in Russia”. Addirittura, ha specificato il leader del Cremlino, “Il numero dei soldati a contratto è cresciuto rapidamente”.

“In generale – ha detto ancora Putin - la prima priorità è la liberazione del Donbass. In questo quadrante l'esercito ha accelerato la sua avanzata mentre le forze armate ucraine stanno subendo pesanti perdite. A giudicare dalle azioni delle autorità di Kiev, non si preoccupano affatto del loro Paese tanto che a volte ho l'impressione che coloro che guidano l'Ucraina siano come se fossero una specie di alieni, o stranieri perché le loro perdite sono colossali, e quindi cosa accadrà faranno dopo? Non riesco a capirlo”. Secondo Putin, nella situazione in cui si trova, il “regime” di Kiev “ha sempre meno opzioni” come quella di “Abbassare nuovamente l’età della leva per reclutare bambini, come i nazisti in Germania. Ma questo non risolverà il problema, questo è il punto”. (5 SET - deg)

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