Quasi due mesi dopo il secondo turno delle elezioni legislative che hanno portato alla formazione di un'Assemblea nazionale priva di maggioranza, il presidente francese Emmanuel Macron ha nominato oggi Michel Barnier, 73 anni, ex Alto Commissario europeo (Les Républicains), alla carica di Primo Ministro. L’inquilino dell’Eliseo ha “garantito” che questo esponente della destra neogollista sarà in grado di instaurare un governo di unità nazionale “al servizio del Paese”. Il primo ministro più anziano della Quinta Repubblica succede così a Matignon Gabriel Attal, 35 anni, che ne è stato il più giovane. Dovrà formare un governo capace di sopravvivere al voto parlamentare, per porre fine a una delle crisi politiche più gravi della Quinta Repubblica. Un’impresa che già da ora appare tutt’altro che scontata.
Poco conosciuto in Francia, l'ex negoziatore della Brexit ha ricoperto diversi incarichi: eletto consigliere generale più giovane di Francia a 22 anni, nel 1973; membro più giovane del parlamento; il più giovane presidente del consiglio dipartimentale della Savoia; quattro volte ministro (Ambiente, nel 1993; Affari europei, nel 1995; Affari esteri, nel 2004; Agricoltura, nel 2007); due volte commissario europeo; e, infine, come detto, negoziatore della Brexit. A breve volgere è però giunto il no del partito socialista alla nomina di Barnier. “Michel Barnier non ha né legittimità politica né legittimità repubblicana. Questa situazione estremamente grave non è accettabile per i democratici che rappresentiamo. Per questo motivo il gruppo socialista dirà no al governo di Michel Barnier”, ha dichiarato il Partito socialista (PS) in un comunicato stampa. Secondo il PS, “Emmanuel Macron sta ulteriormente danneggiando la democrazia. Rifiutando di nominare primo ministro un esponente del Nuovo Fronte Popolare, coalizione di sinistra arrivata prima alle elezioni legislative, Emmanuel Macron volta pagina su una tradizione repubblicana finora condivisa e rispettata nel nostro Paese. Imponendo alla guida del governo il rappresentante di una forza politica uscita sconfitta dalle ultime elezioni legislative, che ha ottenuto meno del 10% dei voti, si calpesta il voto dei francesi”, precisa la nota.
“Dopo cinquantadue giorni di governo sconfitto alle urne, Macron continua a sentirsi un autocrate. Nominando Michel Barnier, il presidente rifiuta di rispettare la sovranità popolare e la scelta risultante dalle urne. Contro questo colpo di stato inaccettabile in una democrazia, scendete in piazza il 7 settembre” ha twittato Mathilde Panot, presidente del gruppo LFI-NFP all'Assemblea nazionale. Da parte sua, RN non censurerà immediatamente Barnier, il quale “sembra soddisfare almeno il primo criterio che avevamo richiesto, cioè un uomo rispettoso delle diverse forze politiche e capace di sapersi rivolgere al Raggruppamento Nazionale, che è il primo gruppo dell'Assemblea Nazionale, allo stesso modo che agli altri gruppi”, ha dichiarato Marine Le Pen. “Stiamo aspettando di vedere quale sarà il discorso di politica generale del signor Barnier e il modo in cui raggiungerà i compromessi che saranno necessari sul prossimo bilancio”, ha aggiunto, ricordando anche la sua richiesta di una “modifica del metodo di voto” per introdurre la rappresentanza proporzionale. Jordan Bardella aveva anche assicurato in precedenza che il suo partito avrebbe giudicato Michel Barnier sul suo “discorso di politica generale” , prima di decidere sul voto contrario. “Chiederemo che le grandi emergenze francesi, potere d'acquisto, sicurezza, immigrazione, siano finalmente affrontate, e ci riserviamo qualsiasi mezzo di azione politica se ciò non sarà il caso nelle prossime settimane”, ha detto Bardella su X. (DEG)
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