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Sicurezza: la vera “priorità”
è la criminalità minorile

Sicurezza: la vera “priorità” <br> è la criminalità minorile

Piero Innocenti

Alcuni giorni fa, in una intervista al Tg 4, la presidente del consiglio Giorgia Meloni ha dichiarato che, dopo la manovra, sarà la sicurezza la priorità con la lotta all’immigrazione clandestina, sottolineando anche che troppi stranieri vengono fatti entrare “dalle mafie” attraverso i decreti flussi.
Non sono d’accordo sulla priorità che dovrebbe essere rappresentata dall’immigrazione clandestina: essa avviene , per lo più, via mare ( con centinaia di morti e dispersi ogni anno) e  non è gestita dalle mafie ma da gruppi e organizzazioni di trafficanti di esseri umani composte  da delinquenti comuni coordinati da capi tribù nigeriani, maliani, ciadiani, libici e tunisini in combutta con politici locali e funzionari pubblici corrotti. Gli arrivi diminuiti di migranti sulle nostre coste quest’anno sono attribuibili agli accordi intercorsi tra il nostro governo e quello libico e tunisino che si impegnano  (ben retribuiti) a trattenere i migranti nei loro paesi. Il risultato sono le migliaia di persone recluse in veri centri di detenzione, in condizioni drammatiche.
La vera priorità, a mio parere, è rappresentata in questo momento dalla criminalità giovanile. Così, gli accoltellamenti, spesso ad opera di giovani e giovanissimi, non si contano più, come è accaduto in questi ultimissimi giorni a l’Aquila, con un ventenne ferito a coltellate da un gruppo di coetanei; a Bologna, con un ragazzo di 16 anni morto per alcune coltellate durante una lite con altri minorenni ( uno dei quali arrestato dai poliziotti); a Cagliari, con un diciassettenne arrestato per aver accoltellato il padre; ad Agrigento con un giovane rimasto ferito da una coltellata in una rissa con altre persone.  
Le segnalazioni di minori denunciati e/o arrestati per lesioni dolose son passati dai 2mila casi del 2010 ai 3.639 del 2023 (report dell’aprile 2024 del Servizio Analisi Criminale- Dipartimento della Pubblica Sicurezza).
I dati analizzati riguardano le segnalazioni di minori denunciati/ arrestati, presenti nella banca dati interforze per i quali l’autore risulta noto e identificato mentre sfuggono al computo tutti i reati che possono essere stati commessi da minori, ma non sono stati denunciati per vari motivi o per i quali l’autore rimane ignoto. I dati del periodo 2010/2023 evidenziano un incremento delle denunce di minori per i reati caratterizzati da violenza come le lesioni dolose, la rissa e la rapina.
Certo. C’è un problema di mancata integrazione se è vero che nel biennio 2022/2023 le denunce di minori stranieri sono state , rispettivamente, del 52,37% e del 51,40% del totale, con picchi del 56% per la violenza sessuale. In molti casi sono straniere anche le vittime.  Nel report citato si fa rilevare come nei due anni esaminati si siano registrate attività violente o devianti di bande giovanili in ben 73 province italiane, con una leggera prevalenza nel Centro Nord.  Sono aumentati anche gli episodi di   bullismo e le molestie verso coetanei, persone fragili o considerate “diverse”. I minori autori di reato provengono non soltanto da situazioni sociali precarie ma anche da contesti familiari caratterizzati da soddisfacenti condizioni economiche. Il fenomeno della devianza giovanile non può essere affrontato solo sul piano poliziesco ma sono necessari interventi sinergici fra diverse istituzioni, comprese scuole e famiglie, mirati allo sviluppo di percorsi di educazione alla legalità e alla partecipazione attiva nella società civile. Questa dovrebbe essere la priorità per il Governo.

(© 9Colonne - citare la fonte)