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direttore Paolo Pagliaro

Era più avanti
il governo Giolitti

Era più avanti <br> il governo Giolitti

di Paolo Pagliaro

E’ passato più di un secolo da quando il governo guidato da Giovanni Giolitti decise di  affrontare il problema delle migrazioni – definito “fenomeno grandioso” – introducendo nuove regole per ottenere la cittadinanza. Era il 1912 e la nuova legge stabilì che la cittadinanza “piena”, comprendente cioè il godimento dei diritti politici, poteva essere concessa anche allo straniero che, per almeno tre anni, avesse prestato servizio allo stato, allo straniero residente in Italia da almeno cinque anni, allo straniero che, residente da tre anni nel territorio del Regno, avesse reso “notevoli servigi all’Italia” o avesse contratto matrimonio con una cittadina italiana. Occorreva naturalmente giurare fedeltà al Re.

Oggi – 112 anni dopo – è chiaro a tutti che dal buon governo dell’immigrazione  dipendono  il futuro della demografia, dell’economia e dello stato sociale.   Ma della lungimiranza di Giolitti non c’è  traccia. Occorre dunque affidarsi alle iniziative del volontariato civico e di quello politico. L’ultima in ordine di tempo è il referendum abrogativo in cui si  chiede che vengano ridotti da 10 a 5 gli anni di residenza legale in Italia necessari a poter avanzare la domanda di cittadinanza. La modifica allineerebbe il nostro Paese al resto dell’Europa e rappresenterebbe una conquista decisiva per tutti i cittadini di origine straniera, compresi i loro figli - due milioni e mezzo di persone -  che non solo nascono e crescono in Italia, ma da anni vi abitano, lavorano e contribuiscono alla sua crescita.  Il referendun è stato promosso dal segretario di Più Europa Riccardo Magi e da diverse associazioni. Le firme devono esserer raccolte entro il 30 settembre. È possibile firmare anche online sul sito referendumcittadinanza.it

 

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