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L’IRA DI MOSCA SULL’UE
DOPO IL VIA LIBERA A KIEV

L’IRA DI MOSCA SULL’UE <BR> DOPO IL VIA LIBERA A KIEV

“Il tempo di volo di un missile Sarmat verso Strasburgo è di 3 minuti e 20 secondi”. Con questa frase il presidente della Duma di Stato russa Vyacheslav Volodin ha reagito alla risoluzione (non vincolante) adottata ieri dall’europarlamento che ha invitato i singoli governi a concedere a Kiev l’autorizzazione all’uso delle armi a lungo raggio per colpire obiettivi militari sul territorio della Federazione. Secondo Volodin, “L’unica cosa che il Parlamento europeo dovrebbe fare dopo una simile dichiarazione è sciogliersi”. La risoluzione di ieri è passata con 462 voti favorevoli, 131 contrari e 63 astensioni. Secondo Strasburgo, il no all’uso delle armi a lungo raggio “ostacola la capacità dell'Ucraina di esercitare pienamente il suo diritto all'autodifesa ai sensi del diritto internazionale pubblico e lascia l'Ucraina vulnerabile agli attacchi contro la sua popolazione e le sue infrastrutture”. Va sottolineato comunque che l’Italia ha scelto di seguire compattamente la linea del ministro degli Esteri Antonio Tajani, secondo cui sparare sulla Russia sarebbe una dichiarazione di guerra a Mosca. Nella compagine italiana, si è infatti registrato un totale di 51 contrari dai vari schieramenti di maggioranza e opposizione comprendenti Fi, Fdi, Lega, Pd e M5S, Verdi.

RYABKOV. Intanto questa mattina il vice ministro degli Esteri russo  Sergei Ryabkov ha invitato  gli Stati Uniti “a prendere più seriamente gli avvertimenti della Russia sui rischi di un’escalation in Ucraina”. Commentando le prospettive dei negoziati dopo le elezioni americane, il rappresentante di Mosca ha inoltre affermato che il calendario politico interno americano “non è primario”. “Non penso che il calendario interno degli Stati Uniti faccia alcuna differenza – ha spiegato Ryabkov -. Gli Usa devono preoccuparsi del proprio comportamento, valutare realisticamente ciò che sta accadendo, accettare i nostri avvertimenti, compresi i rischi associati alla continua escalation”, e quindi “frenare” “tutti i loro satelliti”.

nella foto: un deposito di minuzioni in territorio russo colpito dai droni di Kiev

(20 set – deg)

(© 9Colonne - citare la fonte)