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direttore Paolo Pagliaro

TRENTODOC: VINO E AI
TRADIZIONE E FUTURO

TRENTODOC: VINO E AI <BR> TRADIZIONE E FUTURO

“L’intelligenza artificiale sostituirà mai la figura del sommelier?  Attualmente direi di no, credo che la parte empatica di ognuno di noi e la nodtra conoscenza personale siano fondamentali nel lavoro della ristorazione. Ma attraverso l’intelligenza artificiale potrebbe essere utile capire quali siano le esigenze del consumatore, elemento che nei ristoranti di una certa fascia viene già utilizzata per fare gli acquisti.   Su questi aspetti potremmo trarne vantaggio ma sostituire il naso di un sommelier la vedo un po’ dura”. Così Valentina Bertini, Wine Manager del Gruppo Langosteria, intervenuta al dibattito “intelligenza artificiale e viticoltura”, nell’ambito del Trentodoc Festival.  “Da diversi anni anni abbiamo adottato un sistema di monitorino per ottimizzare la risorsa idrica, basato sull’intelligenza artificiale. Da produttore appassionato di tradizione e innovazione, nonché ingegnere, ho deciso di provare, tra i primi in Trentino, delle soluzioni di supporto decisionale con l’intelligenza artificiale, in modo da ridurre l’apporto idrica in vigneto. Oggi i cambiamenti climatici rendono le annate sempre più sfidanti e difficili da interpretare, quindi perché non rinnovare la tradizione - io sono alla terza generazione di produttori - con un approccio di tipo scientifico?”.    Così Alvise Spagnolli, titolare della cantina Spagnolli Spumante. “Speriamo che un domani l’utilizzo dell’intelligenza artificiale si possa estendere alla riduzione di fitofarmaci piuttosto che al raggiungimento di standard qualitativi sempre più elevati”.  All’incontro è intervenuto anche Pietro Franceschi, responsabile dell’unità di agricoltura digitale della Fondazione Mach: “Tra i nostri campi di attività ci sono anche l’intelligenza artificiale e a modellistica  applicati alla viticoltura. Le due grandi aree sono la gestione dei by day   del vigneto, soprattutto in una fase di cambiamento climatico, in cui dobbiamo cercare di ottimizzare una situazione di stress, legato alla singola azienda. Dall’altro lato c’è invece la gestione territoriale, in cui dobbiamo cercare di capire dove sarà sensato spostare la coltivazione della vite in risposta al cambiamento climatico”.   “Il punto centrale - aggiunge - è la raccolta di dati per educare un’intelligenza artificiale che possa essere utile a chi opera sul campo”.   

(© 9Colonne - citare la fonte)