L'Iran ha lanciato ieri il suo più grande attacco di sempre contro Israele, dirigendo contro il territorio dello Stato ebraico una pioggia di circa 180 missili balistici in un bombardamento senza precedenti che però è stato quasi interamente neutralizzato dalle difese israeliane rafforzate da quelle degli alleati americani. Da parte sua, Teheran afferma di aver utilizzato per la prima volta diversi missili ipersonici. Le Guardie Rivoluzionarie, l'esercito ideologico dell'Iran, hanno affermato che “il 90% dei missili” ha “colpito i loro obiettivi” che – è stato precisato – è stato limitato alle sedi dei servizi di sicurezza israeliani e agli obiettivi militari ed è scattato in risposta all'uccisione del leader di Hezbollah Hassan Nasrallah. Di fatto, però, anche se l’entità dei danni materiali rimane incerta, l’attacco ha provocato in Israele solo due feriti lievi, mentre un palestinese è stato ucciso a Gerico, nella Cisgiordania occupata, da frammenti di missili intercettato.
Tel Aviv e Washington hanno minacciato ritorsioni per l'attacco. “L'Iran ha commesso un grave errore questa sera e ne pagherà il prezzo”, ha dichiarato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. “Ci atterremo a ciò che abbiamo stabilito: chi ci attacca, lo attacchiamo”. Da parte sua, la Casa Bianca al momento non ritiene comunque che Israele abbia preso una decisione su come rispondere all'attacco missilistico, come ha dichiarato alla CNN un alto funzionario statunitense. È invece giunta la “contro-minaccia” da parte di Teheran, per bocca del capo di stato maggiore dell'esercito iraniano, il generale Mohammad Bagheri il quale ha ribadito che, se verrà attaccata, la repubblica islamica colpirà "tutte le infrastrutture" di Israele. “Se il regime sionista, impazzito, non è controllato dai suoi sostenitori americani ed europei e vuole continuare questi crimini o agire contro la nostra sovranità e integrità territoriale – ha proclamato ieri Bagheri - un’operazione come quella di questa sera sarà ripetuta con maggiore intensità e tutte le infrastrutture del regime saranno prese di mira”. (2 OTT / DEG)
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