James Hillman sostiene che occorre risvegliare l’occhio animale per salvare la nostra psiche dagli effetti distruttivi e alienanti della società contemporanea. Per fare ciò il celebre filosofo e psicologo allievo di Jung invita a (ri)costruire la nostra “arca interiore” e a salirvi insieme alle “presenze animali” che popolano il nostro inconscio, affiorando solo nei sogni: tracce sovra-umane che ci ricordano come ogni essere vivente sia parte dell’armonia universale, dell’anima mundi come i platonici definivano il principio unificante che lega, in un tutto ordinato e naturale, microcosmo e macrocosmo. Già 700 anni fa il filosofo greco Origene lanciava una esortazione che suona quanto mai attuale nel nostro pianeta ferito dalle emergenze ambientali: “Comprendi che hai in te stesso greggi di buoi, greggi di pecore e greggi di capre. Comprendi che in te ci sono anche uccelli del cielo. Comprendi che tu sei un altro mondo in piccolo, e che in te ci sono il sole, la luna e anche le stelle”. E la mostra “L'Arca di Noè e altri animali" di Milena Barberis, a cura della storica e scrittrice Cinzia Dal Maso e della scrittrice e giornalista Annalisa Venditti - in corso fino all’8 ottobre a Roma, dalle 10 alle 16, presso la sede di AgorArt (Clivo Rutario 53), per la rassegna culturale Montedarte - aiuta mente e sensi a comprendere quella esortazione attraverso quadri di pittura digitale, arcani e sognanti, in cui rivive il rapporto umano-animale ed in cui gioca un ruolo centrale la presenza femminile: “madre, sorella, figlia, compagna, ma anche religiosa e scanzonata divinità di un cosmo che è un’affollata metropoli dove realtà e sogno si sovrappongono in quell’equilibrio instabile che è la nostra quotidianità” come si legge nella presentazione. Immagini di donne moderne che, nelle opere dell’artista milanese, tornano però ad incarnare i valori ancestrali della madre-terra accostandosi - con toni a tratti ieratici, a tratti sarcastici o ancora stranianti - ad alcune degli animali raffigurati nelle sculture della collezione di arte etnica del giornalista e scrittore romano Antonio Venditti, scomparso di recente che, nello spazio della mostra, viene accostata fisicamente alla proiezione video delle opere, in una sorta di risonanza del messaggio emozionale dell’esposizione, dal digitale al materico e viceversa. A rendere tutto ancor più significativo ed emozionante il fatto che a curare l’esposizione siano una madre ed una figlia che, con quelle sculture, hanno intrapreso negli anni un rapporto intimo che ora consegnano ad un percorso collettivo, dando così viva memoria del loro collezionista e concretizzando un dialogo tra arti e suggestioni emozionali che sempre accompagna i progetti culturali in particolare di Annalisa Venditti, giornalista di “Chi l’ha visto?” e creatrice della pluripremiata saga di romanzi gialli con protagonista il tenente dei Carabinieri Giovanni Borgia, arrivata da poco al suo terzo atto, “Omicidio al presepe vivente” (e le copertine dei primi due romanzi, “Il giorno dell'assoluzione” e “Delitto all'Home Restaurant” sono proprio degli algidi ritratti femminili della stessa Barberis). Un eclettismo culturale che emerge dal ritratto della stessa Annalisa Venditti presentato nella mostra: raffinato, sognante e dal misterioso fascino “salottiero” (la scrittrice d’altronde è cresciuta, assorbendone l’eleganza, tra gli studi storici risorgimentali in cui eccelle la madre). "I quadri digitali di Milena Barberis ci riportano al rapporto uomo-animale, donna-animale, un rapporto che nella nostra civiltà è molto conflittuale, pieno di incomprensioni” ha affermato Cinzia Dal Maso al vernissage, sottolineando come dalle sculture etniche collezionate dal marito – che si sono aggiunte ad un nucleo iniziale creato nei suoi viaggi dal padre, Leonardo Dal Maso (1921-1983), studioso d’arte e scrittore - emerga “un rapporto intimo e un grande rispetto per il mondo animale, nel quale purtroppo la nostra civiltà fatica a integrarsi. Non è stato sempre così: ormai sappiamo con certezza, grazie allo studio del dna, che gli etruschi erano un popolo autoctono. E nella tomba di Tarquinia della Caccia e della Pesca, del VI secolo a.C. c’è la più bella raffigurazione dell’integrazione dell’uomo nella natura. Ci sono quattro pescatori su una barchetta inseriti in un paesaggio da sogno, in perfetta eguaglianza con gli uccelli e i pesci che li circondano. Tale rapporto vive ancora in queste sculture etniche: chissà se un giorno riusciremo a ritrovarlo?". Per dare risposta a questa cruciale domanda la mostra invita quindi a trovare la propria Arca di Noè, quale “ventre di salvezza”, tra suggestioni di umani ed animali che “si avvicendano come in una moderna Genesi”, “per arrivare alla sublimazione dei corpi in una personale e interiore rielaborazione”. E l’arte digitale di Milena Barberis, aprendo ed intrecciando messaggi e suggestioni recondite, innesca un processo emozionale al quale chi guarda è invitato ad affidarsi, lasciandosi suggestionare da accostamenti cromatici e rimandi semantici. “Mi piace unire la realtà visiva alla realtà interiore, per questo le mie immagini non sono fotografie classiche, e i frammenti del passato contaminano il presente” le parole dell’artista.
PER LA PRIMA VOLTA IN ITALIA “LA PROMENADE” DI RENOIR
Per la prima volta in Italia uno dei capolavori dell’Impressionismo: alla Villa dei Capolavori si celebrano i 150 anni dalla nascita del movimento artistico con un evento di respiro internazionale che rappresenta un’occasione imperdibile per gli appassionati d’arte. Dallo scorso 1° settembre fino al 15 dicembre, la Fondazione Magnani-Rocca di Mamiano di Traversetolo, presso Parma, ospiterà “La Promenade” di Pierre-Auguste Renoir, uno dei quadri più affascinanti dell’artista francese e di tutto l’Impressionismo. Il dipinto proviene dal J. Paul Getty Museum di Los Angeles per una prima assoluta in Italia, nell’ambito di una importante collaborazione tra i due musei. “La Promenade” di Renoir è esposta alla Villa dei Capolavori insieme al meraviglioso Monet, ai Cézanne e ai due Renoir della Collezione permanente, che rappresentano il più ricco e importante nucleo di pittura francese del periodo impressionista visibile in Italia. Eseguito nel 1870, “La Promenade” è considerato uno degli esiti più alti della produzione di Renoir e anticipa quella rivoluzione che cambierà il corso della storia dell’arte: l’Impressionismo, movimento che nasce ufficialmente il 15 aprile 1874 con la prima mostra di un gruppo di giovani artisti - Monet, Degas, Pissarro, Morisot e Renoir - pronti a trasgredire le regole dell’arte accademica, che già da alcuni anni stavano sperimentando la nuova pittura fatta di luce e natura en plein air. La mostra è realizzata grazie al contributo di Fondazione Cariparma e Crédit Agricole Italia, media partner Gazzetta di Parma e Kreativehouse.
A ROMA “LA BIBLIOTECA GEOGRAFICA DI HUGO PRATT”
Cosa lega Hugo Pratt a Omero, Rudyard Kipling, Arthur Rimbaud, Robert Louis Stevenson, Kenneth Roberts e Somerset Maugham? E cosa unisce Corto Maltese con Thomas Moore, William Shakespeare, Gabriele D’Annunzio, Baron Corvo, Hermann Hesse? Dallo scorso 27 settembre fino al 20 dicembre, nelle prestigiose sale del Palazzo Besso, a Roma, si tiene la mostra “La biblioteca geografica di Hugo Pratt, un viaggio nella letteratura reale e immaginaria”, inserita nell’ambito dei festeggiamenti per il centenario della Biblioteca della Fondazione Marco Besso, una delle più stupefacenti biblioteche di Roma. Quale luogo più idoneo per un viaggio ideale lungo le rotte della biblioteca geografica di Hugo Pratt? Un’esposizione di oltre 40 tavole originali e acquarelli, grandi riproduzioni, filmati e riviste d’epoca, che accompagneranno nell’universo dei riferimenti letterari nelle opere di Hugo Pratt, attraverso gli itinerari geografici dell’autore e dei suoi personaggi. Dal Pacifico insieme a R. L. Stevenson fino all’Africa di Kipling e Rimbaud e gli orizzonti di frontiera di J.O. Curwood e Fenimore Cooper passando ai libri che accompagnano Corto Maltese durante i suoi lunghi viaggi tra cui il Parzifal di Wolfram von Eschenbach, Utopia di Thomas Moore, L’ultima estate di Klingsor di Hermann Hesse e ancora Coleridge e Yeats. Un continuo mix di incontri reali o fantastici in compagnia di Tamara de Lempicka, Marina Seminova, Amelia Earhart, Antoine de Saint Exupery e Ulisse. Proprio a lui, progenitore del marinaio Corto Maltese, sono dedicate le tavole originali dell’Odissea, disegnata da Pratt nel 1963 per il Corriere dei Piccoli. Un bel viaggio, attraverso i mari, i sogni e le suggestioni, alla scoperta dei padri letterari che hanno ispirato Pratt: “In un certo senso, sono il figlio di tutti. Ho sempre detto che tutto è stato scritto, che possiamo solo riscrivere”. La mostra è curata da Patrizia Zanotti e Nadège Vainas.
A MILANO GLI SCATTI DEL WILDLIFE PHOTOGRAPHER OF THE YEAR
Il Wildlife Photographer of the Year a Milano quest’anno sarà ancora più speciale. La mostra di fotografie naturalistiche più prestigiosa al mondo, con i 100 scatti della 60esima edizione del concorso indetto dal Natural History Museum di Londra, presenterà per la prima volta nel capoluogo lombardo, in contemporanea all’esposizione londinese, le immagini scelte l’8 ottobre. Lo spettacolo della natura andrà in scena nella nuova prestigiosa sede del Museo della Permanente dal 22 novembre al 9 febbraio 2025, con un allestimento straordinario e tecnologico dove gli scatti, su grandi pannelli, avranno una nitidezza e una profondità eccezionali grazie alla retroilluminazione a led, offrendo al pubblico un viaggio coinvolgente e immersivo e un’esperienza ‘viva’ della natura. Organizzata come di consueto dall’Associazione culturale Radicediunopercento, presieduta da Roberto Di Leo, l’esposizione riunirà le foto vincitrici e finaliste del concorso, selezionate tra 59.228 scatti provenienti da 117 paesi. Immagini straordinarie che documentano le meraviglie della natura, dal comportamento degli animali alle specie in estinzione, dai dettagli sorprendenti del mondo vegetale agli scorci inediti dei paesaggi ancora incontaminati, ma anche i reportage in prima linea sui cambiamenti del clima e sulla crisi della biodiversità. Un monito a preservare il pianeta e un incoraggiamento a modificare le azioni umane, che continuano a plasmare l’ambiente, verso un futuro ecosostenibile. Non mancheranno le richiestissime visite guidate alla mostra con Marco Colombo, noto naturalista e fotografo pluripremiato al Wildlife, visite guidate tematiche con i grandi nomi della divulgazione scientifica nazionale e le serate di approfondimento con i grandi fotografi.
A MESTRE (VE) L’ARTE DI HENRI MATISSE
Un viaggio nei capolavori e nei luoghi che li hanno ispirati, tra le luminose atmosfere mediterranee, punti geografici e dell’anima, sfondi di vicende artistiche e fondamentali per l’evoluzione dell’arte moderna europea. Il nuovo progetto espositivo pensato per il Centro Culturale Candiani di Mestre (VE), che nasce dalle collezioni civiche di arte moderna conservate a Ca’ Pesaro, arricchito da prestigiosi prestiti internazionali, è dedicato ad un altro maestro delle avanguardie del ‘900: Henri Matisse (Le Cateau-Cambrésis, 1869 – Nizza, 1954). La mostra, dal titolo “Matisse e la luce del Mediterraneo”, sarà visitabile dallo scorso 28 settembre fino al 4 marzo 2025. Matisse fu maestro e capostipite dei Fauves - le belve, i selvaggi - e perciò posto in mostra e in dialogo con artisti con i quali condivise vicende biografiche e rivoluzioni artistiche. Inoltre, fu pittore della gioia di vivere, delle emozioni profonde, tradotte in colori forti, vivaci, innaturali. E, soprattutto, interprete della luce: centro della ricerca di Matisse, come di quegli artisti che miravano a catturare l’abbagliante bellezza del Mar Mediterraneo, del Midi, il Mezzogiorno francese, luogo fisico e della creazione artistica, il vero protagonista del colore liberato dall’Espressionismo selvaggio.
ARTE LAGUNA PRIZE: ESPOSTE LE OPERE DEI FINALISTI DELLE EDIZIONI XVIII E XIX
Si svolge dal 17 novembre all’8 dicembre la mostra dei finalisti della 18esima e 19esima edizione dell’Arte Laguna Prize, premio nato nel 2006 con la mission di valorizzare l’arte e gli autori emergenti di tutto il mondo. Negli spazi dell’Arsenale Nord a Venezia, 240 artisti ed altrettante opere regaleranno uno spaccato dell’arte contemporanea internazionale che quest’anno - per scelta delle due curatrici Giulia Colletti e Chiara Canali - diventerà ancor più interdisciplinare e transgenerazionale. La mostra è promossa da Associazione Culturale MoCA (Modern and Contemporary Art) e realizzata con il patrocinio di: Ministero degli Esteri, Ministero della Cultura, Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Regione Veneto, Città Metropolitana di Venezia, Comune di Venezia, Università Ca' Foscari di Venezia e Istituto Europeo di Design. Con iscrizioni arrivate da più di 80 Paesi del mondo - i finalisti sono stati scelti tra oltre 20.000 opere - il premio internazionale della Laguna conferma il suo ruolo di catalizzatore in grado di accendere i riflettori sui migliori autori emergenti da cui il sistema dell’arte italiano e internazionale attinge per le rassegne espositive future. Le dieci categorie espressive, da sempre protagoniste del Premio, restano al centro della scena ma si mescolano e interagiscono tra di loro: pittura, scultura e installazione, arte fotografica, video arte e cortometraggi, performance, arte digitale, grafica digitale e cartoon, land art, urban art e street art, art design, non sono più viste come distinte e separate ma sempre più trasversali e in grado di confluire naturalmente l’una nell’altra. All’insegna di questa crossmedialità si è mossa la scelta curatoriale: non estremizzare la categorizzazione delle pratiche artistiche in chiave formale ma muoversi nelle varie sezioni per arrivare a una selezione finale coesa e completa, nel rispetto delle peculiarità di ogni singola categoria ma con l’obiettivo di offrire al visitatore una visione più interdisciplinare possibile, superando i confini dei formati stessi, lasciando che le pitture diventino tridimensionali, le sculture siano al tempo stesso installazioni, i video diventino anch’essi video-installazioni e l’arte digitale si proponga nella sua dimensione interattiva e immersiva. Tra le novità di quest’anno anche la scelta di rendere la mostra transgenerazionale: la selezione, infatti, non ha riguardato solo artisti emergenti in termini anagrafici, ma soprattutto in termini di pratica, privilegiando linguaggi nuovi e stili inediti. Tra i temi presenti è forte l’attenzione alla sostenibilità sia in termini concettuali che nelle scelte degli artisti. Presenti quindi materiali riciclati e lavori realizzati attraverso pratiche sostenibili come il ricamo o l'uso di carte. Sostenibilità anche logistica: molti degli artisti provenienti dall’estero, quindi geograficamente impossibilitati a presentare le proprie opere nel formato originariamente immaginato, hanno risposto con dei nuovi lavori pensati per il contesto della laguna, dando quindi vita a opere site-specific. Oltre ai due premi da 10.000 euro per i vincitori delle due edizioni in mostra, numerosi sono i Premi Speciali che vanno dalla produzione di opere alle residenze in tutto il mondo, dalla presenza per gli artisti in gallerie e festival italiani e internazionali, fino alle collaborazioni con aziende e altri premi in denaro. A selezionare i finalisti due giurie, una per ogni edizione, composte da esperti del mondo dell’arte di calibro internazionale.
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