Questa volta non ci sono stati intermediari. Dopo sette settimane nelle quali non avevano avuto contatti diretti, il presidente americano Joe Biden ha parlato direttamente con il premier israeliano Benjamin Netanyahu. In una telefonata avvenuta nella notte italiana, l’inquilino della Casa Bianca ha infatti chiesto al primo ministro di “ridurre il più possibile l'impatto sui civili” delle operazioni in Libano, in particolare a Beirut, pur “affermando il diritto di Israele di proteggere i suoi cittadini da Hezbollah”, secondo un rapporto reso noto dalla Casa Bianca dopo la telefonata. Stando alla stessa fonte, Biden ha inoltre “sottolineato la necessità di una soluzione diplomatica” per consentire il ritorno delle popolazioni civili del nord di Israele e del sud del Libano.

Nessuna indiscrezione invece sulla prevista risposta di Israele all'attacco missilistico iraniano del primo ottobre, ma a quanto si apprende, Biden e Netanyahu hanno concordato di "rimanere in stretto contatto nei prossimi giorni, direttamente e tramite le loro squadre di consiglieri per la sicurezza nazionale". Per quanto riguarda Gaza, i due leader, secondo la Casa Bianca, hanno discusso “dell'urgenza di rilanciare l'azione diplomatica per liberare gli ostaggi detenuti da Hamas”. Joe Biden ha inoltre ritenuto “imperativo ripristinare l’accesso per gli aiuti umanitari al nord” del territorio palestinese. Qui, stando ai dati dell’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA), almeno 400mila persone si troverebbero intrappolate in una situazione che si fa sempre più precaria. In questa contingenza, gli Stati Uniti hanno messo in guardia Israele contro qualsiasi offensiva in Libano che “assomigli” a quanto accaduto nella Striscia di Gaza. Il giorno precedente, infatti, Netanyahu aveva avvertito che il paese potrebbe subire la stessa “distruzione e sofferenza” di Gaza, e ha invitato i libanesi a “liberare il loro paese” da Hezbollah. (10 OTT - deg)