Il 20 settembre 1519 il navigatore portoghese Ferdinando Magellano salpò dalla Spagna nel tentativo di trovare un percorso occidentale per raggiungere le Indie. Al comando di cinque navi e 265 uomini, Magellano raggiunse il Brasile alla ricerca di un passaggio a sud del continente americano, tra oceani Atlantico e Pacifico. Giunto al Rio della Plata - che, per la sua vastità, credette essere l'estremità meridionale del continente - iniziò la sua esplorazione lungo le coste dell'America meridionale e proseguì quindi verso sud, costeggiando la Patagonia. Il 21 ottobre 1520, dopo mesi di peripezie, tempeste, la perdita di una nave e minacce di ammutinamento da parte dell’equipaggio affamato - narrate dai diari del vicentino Antonio Pigafetta -, finalmente la scoperta dello stretto che oggi porta il nome di Magellano, tra la Terra del Fuoco e la terraferma continentale. Ma l’impresa del passaggio non fu meno ardua: vennero impiegati 38 giorni per attraversare il burrascoso passaggio ed una nave disertò e fece ritorno in Spagna. Seguì una traversata verso ovest di 99 giorni in un mare così insolitamente calmo da meritarsi il nome di Pacifico. Quando, il 6 marzo 1521, la spedizione approdò all’isola di Guam gli uomini si erano ridotti a masticare il cuoio per mantenersi in vita. Nell’aprile 1521 la spedizione sbarcò nell'isola filippina di Cebu dove, in uno scontro con le tribù indigene, il 27 aprile, Magellano venne colpito da una freccia avvelenata e morì. I sopravvissuti, in due navi, fuggirono e navigarono fino alle Molucche. Sulla via del ritorno una delle navi affondò e l’unica superstite, la Vittoria, sotto il comando del navigatore basco Juan Sebastian de Elcano, superò l'Oceano Indiano, costeggiò l’Africa, doppiò il Capo di Buona Speranza e arrivò al porto spagnolo di Sanlucar de Barrameda, l’8 settembre 1522, diventando la prima nave a circumnavigare il globo. Dei 265 uomini salpati il 20 settembre 1519 ne erano ritornati solo 18.